Quanti sono i motivi per i quali può nascere un’impresa? La parola stessa ha connotati ardui, eroici, oppure può essere circoscritta alla creazione di un prodotto e alla sua diffusione.
Per questo, tornando alla domanda iniziale, i motivi possono essere i più disparati: orgoglio, ambizione, calcolo, innate capacità… Tuttavia quando il nucleo formante, quello originario, di un’impresa è l’amore, ci si trova spesso, come in questo caso, a raccontare storie straordinarie.
Rio Yachts nasce nel 1961. Sono i tempi della dolce vita, del sogno possibile, con il boom economico che di li a poco esploderà, livellando verso l’alto le vite di ognuno. In questo contesto l’imprenditore, Luigi Scarani, e la fresca sposa Anna Maria Ziliani, professoressa, che rinuncerà presto a una carriera accademica per seguirlo, gettano le fondamenta di una storia ancora in divenire ai giorni nostri. Per comprendere cosa sia questa azienda oggi, quale sia la filosofia con cui realizza le sue barche, questa storia va raccontata. Senza facili retoriche, ma sottolineando l’aspetto che ne ha consentito la crescita degli ultimo 50 anni: l’amore appunto.
Luigi Scarani è un visionario, un figlio dei suoi tempi, con il sacro fuoco della realizzazione dei suoi sogni. Il primo nome dell’azienda è “Avionautica Rio”, perché il nucleo iniziale, con l’ingresso in azienda del fratello Carlo, ingegnere aeronautico, era incentrato sulla costruzione di alianti: tra questi l’M100S, noto agli appassionati. Con la stessa rigorosa mentalità tecnica, arrivano i primi modelli di imbarcazioni, eleganti e lussuosi motoscafi in mogano, motorizzati Chris Caft e Rolls Royce, tutti nati con nomi di fiumi o di realtà sudamericane ( Colorado, Panarà, Bonito, Espera..), come lo stesso nome “Rio” del resto.
Anna Scarani vuole rimanere accanto al marito e rinuncia alla sua carriera. Il suo apporto sarà fondamentale, sarà lei ad occuparsi, per tutti gli anni a venire, di quelle che oggi definiremmo “public relations”.
E lo fa alla sua maniera, anzi… alla “loro” maniera. Perché gli Scarani sono una coppia capace di instaurare un rapporto personale, di conoscenza, quando non addirittura di amicizia, con i propri clienti. Comprare un Rio significava entrare in una famiglia, in una rete di rapporti dove la barca era il frutto finale delle discussioni e degli incontri in cui venivano definite le esigenze del cliente, anche attraverso la condivisione delle storie personali. Con Anna sempre a dettare tempi, e le modalità dei rapporti con l’esterno, con la stampa, con i mercati, con tutti.
Arriveranno gli anni del boom economico, del Rio 310, la “barca per tutti” in ABS ( 50.000 unità vendute, una “600” del mare ). Arriveranno gli anni della crescita verso i mercati esterni, prima la Francia e la Spagna e poi il Sud America. Gli anni delle barche da lavoro, soprattutto per le forze dell’ordine.
E ancora i modelli via via più grandi, che caratterizzeranno le produzioni degli anni 80 e 90, con innovazioni tecnologiche e di stile, e sempre con lo stesso leitmotiv: Luigi, il visionario, a progettare e pensare il futuro, e Anna a proporlo al mondo.
Da qualche anno Luigi ci ha lasciati, per quanto una personalità del suo spessore tracci comunque impronte indelebili in chi lo ha conosciuto, e Anna occupa la maggior parte del proprio tempo con uno stuolo di nipoti.
Cosa è cambiato in Rio? Nulla. Il timone dell’azienda, dell’impresa, è passato al figlio Piergiorgio, e lo stile disegnato dai genitori rimane intatto. Certo i mercati sono cresciuti ancora e si sono ulteriormente diversificati. Rio Yachts sta crescendo con essi, negli Stati Uniti soprattutto, e le sue barche sono da tempo uno degli emblemi dell’Italian Style. Barche caratterizzate da eleganza, da un lusso privo di ostentazioni, e da un livello di personalizzazione che ha pochi eguali.
E’ proprio il mercato statunitense a sottolineare ancora una volta quanto sia vincente l’approccio di Rio Yachts alla propria clientela. Come ci testimonia Piergiorgio Scarani, gli americani sono pragmatici, utilizzano la barca tutto l’anno, e fino a misure importanti lo fanno da soli, senza equipaggio. Quindi è con il cliente stesso che si decide ogni aspetto dell’ imbarcazione: la fruibilità dell’impiantistica, gli spazi interni, la tipologia degli optional voluti già in fase di realizzazione.
Le essenze, e gli arredi, arrivano spesso dopo che l’armatore si è ritagliato la barca sulla misura delle proprie esigenze. Inoltre un utilizzo continuo, comporta un post vendita, e una rete di assistenza puntuale e veloce, e questo è quanto Rio Yacht sta organizzando nei nuovi punti vendita. La stessa barca, venduta sul mercato europeo o su quello statunitense, brasiliano, o cinese, sostanzialmente sarà una barca “diversa”, perché diverse sono la cultura e le esigenze di chi la ordina.
L’attenzione, e il rapporto instaurato con il cliente, la “crescita”maturata insieme, sono sempre state al centro di un altro fenomeno ben noto in Rio Yachts: la fidelizzazione. Nella propria vita chi ha la fortuna di poter rivestire il ruolo di armatore, non si ferma quasi mai alla prima imbarcazione. Con il passare del tempo, con la crescita professionale, o con la famiglia, cambiano le esigenze, e spesso anche la barca. Rio Yachts ha saputo così accompagnare generazioni di armatori che hanno voluto rinnovare sistematicamente il loro rapporto con il cantiere.
Il 2017 è il presente, e vedrà due importanti novità: il Granturismo 60S, nato dalle aspettative di un cliente statunitense, e lo Spider 40, un open dalle prestazioni sportive e dalle linee mozzafiato, che nasce, neanche a dirlo, dall’aver “ intercettato da parte della nostra clientela – spiega ancora Piergiorgio Scarani – la richiesta di una barca veloce, ma facile da utilizzare, e in grado di ospitare più persone”.
Nel futuro di Rio Yachs invece, troverà posto, oltre a scafi più grandi, la realizzazione di una intera gamma di imbarcazioni Fly.
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