ON TEST. Espera 34, l’eleganza coniugata alla voglia di correre

Un tender di lusso? Oppure un open classico e sportivo, un vero e proprio day cruiser? Oppure, ancora, tutte e due le cose insieme?

L’Espera 34 lungo il litorale di Miami. La barca in prova era dotata di un tendalino che un po’ ne modifica i lineamenti sportivi

Domande che si sono affacciate durante il nostro test in mare a Miami, e che in fin dei conti contribuiscono a definire il carattere versatile di questa barca del Cantiere Rio Yachts.

L’Espera 34 infatti, esprime l’idea di una barca capace di definirsi nell’uso che se ne fa. Poca personalità dunque? No, il contrario. Un carattere forte e ben definito che si esprime in direzioni diverse declinate sempre attraverso due chiavi: marinità della carena e comfort. Termini un po’ abusati. Proviamo a sostenere le ragioni del loro utilizzo a proposito dell’entry level del cantiere bergamasco.

Intanto ha alle spalle una storia. Espera era infatti il nome della prima barca costruita in lamellare di mogano nel 1961.

La consolle dell’Esppera 34 costruito nel 1963. E’ il sesto modello in mostra presso il Cantiere Rio Yachts

Erano gli anni dell’Avionautica Rio, azienda messa in piedi da un giovanissimo Luigi Scarani insieme con la moglie Anna.

Dall’azienda che poi diventerà Rio Yachts, uscivano splendidi alianti e motoscafi motorizzati Rolls-Royce e Chris Craft. Il primo fu proprio l’Espera.

Non tutte le storie sono rispettabili. Dipende da cosa raccontano. Quella dell’Espera parla di visioni, passione e speranze  applicate alla voglia di fare impresa e per questo si identifica molto con la storia stessa del marchio.

Ecco perché nell’entry level di Rio Yachts, vogliamo credere come forma di rispetto per questa storia, è percepibile un’aria un po’ retrò, che invece di impoverire la barca, ne esalta le linee sportive e gli elementi di innovazione. In questo “portamento”, ritroviamo la forza del carattere di questa barca.

Gioco di specchi. L’Espera 34 ripreso da dietro i vetri del Rio Yachts 42 Air sulla cui scia abbiamo apprezzato il passaggio morbido

Una personalità che si esprime nell’oggi attraverso elementi progettuali precisi, tutti finalizzati al comfort. Riconoscibili immediatamente attraverso una presa di visione delle linee esterne, che spesso può far dimenticare di trovarsi di fronte a un natante di 9,99 metri.

La stessa plancia di poppa ha una profondità degna di barche di altre dimensioni. Da qui si accede al pozzetto  che è un vero e proprio salotto open air. Sono ben tre i divani che che arredano questo spazio servito da un mobile bar/cucina che separa idealmente la zona ospita dalla plancia di comando centrale.

 

La postazione di pilotaggio ha una seduta che può accogliere 3 persone

Nella versione provata da noi a Miami, a riprova delle capacità di personalizzazione del cantiere, i divani erano solo due, con quello di poppa spostato sulla sinistra per lasciare un passaggio più ampio poppa – prua. Al centro del pozzetto, il piano di calpestio si solleva diventando un tavolo da pranzo.

La consolle di guida, come sempre accade,  manifesta le sue caratteristiche di ergonomia e organizzazione degli strumenti in navigazione. Una seduta può accogliere pilota, co-pilota e una terza persona.

La prua, raggiungibile da due passavanti per parte, è arredata con due prendisole separati dalla finestratura  la cui funzione è davvero apprezzabile quando si scende sotto coperta.

Interni

Gli interni, così come le linee esterne, sono stati disegnati da Marino Alfani. La matita del designer, attribuisce un family feeling ben riconoscibile alla produzione Rio Yachts. L’approccio minimalista assolve ha una funzione estetica e pratica.

Il pozzetto dell’Espera 34 nella sua versione standard. La barca in prova aveva solo due divani con quello di poppa spostato sulla sinistra

La prima, riguarda un’eleganza singolare, capace di raccordarsi con la fisionomia esterna della barca. La seconda, riguarda una disponibilità di spazi e volumi di stivaggio probabilmente superiori alle reali necessità di un day cruiser.

La parte prodiera, sotto il cui divano si trovano gavoni molto capienti, si trasforma in un grande letto matrimoniale mentre altri due posti letto sono ricavati nella cuccetta a centro barca non soffocata dalla scaletta di discesa grazie al design molto leggero.

La cucina interna è un optional, a differenza di quella in pozzetto che è standard. Proprio pensando al carattere di day cruiser dell’Espera 34, probabilmente la scelta migliore è quella di non occupare spazio interno con un elemento che difficilmente farà sentire la necessità di un suo utilizzo.

 

Sulla dritta il bagno, che riprende in pieno il design della dinette e che gode di una vetrata, collocata sul lato di dritta della consolle di guida, che lo inonda di luce.

E la luce è un capitolo a parte su questa barca. Si può discutere la scelta di “separare” in due la prua e dividere un prendisole che nella versione standard è enorme perchè il cuscino copre tutta la superficie, ma la realizzazione di una lunga finestratura al centro della coperta, trasmette agli interni una quantità di luce naturale che esalta sia la sensazione di spazio sia i colori chiari di gran parte degli arredi. Ne deriva una sensazione di ariosità davvero piacevole.

 

Prova in mare

Abbiamo preso i comandi dell’Espera 34 pochi minuti dopo avere finito di testare il Rio 42 Air. Non c’è da stupirsi quindi, e non lo abbiamo fatto, se appena abbiamo dato manetta, siamo regrediti all’età dell’adolescenza, quando aprire il gas era sinonimo di divertimento puro. Dal passo morbido del Rio 42, dai passaggi regolari sull’onda, dall’incedere progressivo di uno yacht, siamo passati alla visione sportiva e di conseguenza divertentissima, dell’andare per mare.

Una foto dall’alto dell’Espera 34 nella sua versione tandard con tre divani in pozzetto

 

E’ quasi fastidioso dovere rilevare i parametri che siamo tenuti a riferire. E infatti per un bel po’ di tempo navighiamo veloci intorno al Rio 42,  che ospita il fotografo, su un oceano davvero clemente. Con poca onda e vento assente, andiamo a intercettare la nostra scia per saggiare il passaggio su onde corte e ripide e poi, appena il Rio 42 riprende a navigare per dirigere verso le acque interne di Miami, ci produciamo in una serie di accosti veloci sulla sua di scia. La barca salta e ricade sulla superficie del mare e, come la sorella più grande, lo fa in modo aggraziato, senza mai perdere il contatto con l’oceano.

Quando decidiamo di prendere i primi dati, fermiamo l’Espera. I due Mercury 260 girano in folle silenziosi. Affondiamo le manette, trim negativi,  e rileviamo l’ingresso in planata in 7 secondi a 13 nodi.

Ritorniamo a un regime di crociera veloce che a 2500 giri ci spinge a toccare i 27 nodi. Con questo assetto proviamo a fare dei 360 stretti perdendo circa 5 nodi di velocità. Allargando un po’ il raggio la velocità diminuisce di circa 3 nodi per riprendere immediatamente recuperato l’assetto di crociera.

Il carattere sportivo dell’Espera 34 si esprime tutto non solo nelle prestazioni – 37 nodi a 3000 giri come velocità massima raggiunta – ma soprattutto nella sua grande maneggevolezza, nella facilità di conduzione e in quel piacere di correre leggeri e nello stesso tempo sicuri sull’acqua.

Condizioni della prova. La prova è stata condotta con mare poco mosso e in assenza di vento. Tre persone a bordo, carburante 30%, acqua 30%

 

2 Mercury 260 Hp

giri/min Velocità  (Kn)
1.000 8,0
1.500 12,0
2.000 16,0
2.500 27,0
3.000 36, 7

 

Scheda tecnica

Lunghezza f.t. 9,99 mt
Larghezza 3,4 mt
Pescaggio 0,55 mt
Dislocamento 5.000 kg
Serb. carburante 700 lt
Serb acqua dolce 115 lt
Motori 2 Mercury 260
Trasmissioni con piedi poppieri
Omologazione CE cat B/12

Nico Caponetto


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