Risolto uno dei grandi misteri marittimi del ‘900

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Nel 1921 la nave Conestoga partì dal porto di San Francisco diretta a Pearl Harbor, Hawaii, e poi alle isole Samoa. La nave era stata costruita per rimorchiare chiatte, ma la Marina degli Stati Uniti l’aveva comprata nel 1917 e parzialmente riarmata per la guerra. La Conestoga non arrivò mai alle Hawaii, e per quasi 100 anni il relitto, a fasi alterne, è stato cercato in Pacifico, con la speranza sopratutto di dare alle famiglie dei 56 marinai che erano a bordo al momento del naufragio qualche notizia sulla scomparsa dei propri cari.

Qualche giorno fa la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha annunciato di aver identificato il relitto della Conestoga molto vicino al punto da cui era salpata la nave: nel Golfo di Farallin, al largo di San Francisco, una ventina di miglia dal Golden Gate. Pare che subito dopo la partenza della nave, una burrasca creò condizioni di vento e mare difficili, e si può presumere che la Conestoga abbia iniziato ad imbarcare acqua e sia affondata poco dopo.

Le prime ricerche della nave si attivarono solo molti giorni dopo la partenza da San Francisco, quando la nave non fu vista arrivare a Pearl Harbor, e si concentrarono nella zona di mare che circonda le Hawai. Solo mesi dopo, quando fu trovato al largo del Messico un tender che pareva appartenere alla Conestoga, le ricerche si spostarono verso la costa americana del Pacifico. L’attenzione dei giornali e la mobilitazione, riporta la stampa americana che parla del ritrovamento, furono enormi, eguagliate solo anni dopo per la ricerca dell’aviatrice Amelia Earhardt, ma le ricerche furono sospese dopo qualche mese.

Nel 2009 una nave della NOAA impegnata a scandagliare le acque in cerca di navi affondate aveva individuato un relitto a circa 60 metri di profondità, ma solo qualche giorno fa è arrivata la conferma che si tratta della Conestoga. Fino ad ora, tutto quello che si sapeva era che laggiù c’era un relitto, ricoperto di anemoni marine e circondato di pesci, ma non era possibile sapere di più. L’identificazione è stata possibile solo utilizzando tecnologie molto recenti, in particolare un drone subacqueo che è riuscito a prendere misure e a fare fotografie di particolari della nave: il ponte in legno, il motore a vapore, le caldaie, un cannone che corrispondevano ai progetti della Conestoga. Un sollievo per le famiglie dei marinai, e una speranza per la NOAA di veder rifinanziato il proprio programma di esplorazione delle acque federali, i cui fondali sono ancora in gran parte misteriosi.

Le immagini sono tratte dagli archivi NOAA e Navytimes

Sara Teghini

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