Rolex Giraglia 2019 : diario di bordo dal Daydreamer

Il nostro “live” alla Rolex Giraglia 2019

Oggi si parte, alle ore 12.00 esploderà il colpo di cannone che segnerà l’inizio della Rolex Giraglia 2019, quindi della nostra avventura. Non ci presentiamo sulla linea di partenza a bordo di un tiratissimo bolide in carbonio ma, come forse già sapete, ci “limiteremo” a dare battaglia ai concorrenti con un’imbarcazione che di Giraglia avrebbe potuto averne già corse 33. Esattamente il numero dei suoi anni, il Daydreamer naviga infatti dal lontano 1986.

L’abbiamo stazzata ed attrezzata con tutto l’occorrente per affrontare la regata, compreso un equipaggio dotato del giusto mix di esperienza di regata, di navigazione e… di capacità di documentare.

Eh si, perché oltre ad essere velisti siamo giornalisti e siamo stati invitati a partecipare alla Rolex Giraglia 2019 (indole competitiva permettendo) per documentare, vivendola, un’affascinante manifestazione. La competizione sarà inoltre un ottimo banco di prova per  testare i numerosi prodotti ed accessori nautici installati per l’occasione a bordo.

Se ci vedrete davanti sarà chiaramente perché siamo bravi; se invece ci troverete un po’ indietro, rispetto al grosso della flotta, sarà perché: “stiamo documentando o testando”. La seconda opzione, cioè  quella di rincorrere, è quella più probabile visto il nostro rating.

Classiche giustificazioni “da marinaio” a parte (un piccola percentuale però tenetela buona!), da qui potrete seguire la nostra avventura. Teniamo questo articolo aperto che verrà aggiornato con notizie, foto in tempo” quasi” reale.

12.06.19 – h.12.00 Partiti!

La start è puntuale, il nostro raggruppamento, l’ORC B parte per primo. Nel riparato golfo di Saint Tropez spira una brezza intorno ai 10 nodi e il comitato decreta una partenza inusuale: si parte in poppa con divieto tassativo (motivi di sicurezza) di issare le vele di poppa  prima di avere oltrepassato la linea.

Partiamo con nostro Genoa che viste le sue dimensioni (grandi, è un 140%) ci aiuta a mantenere una buona velocità, siamo infatti messi abbastanza bene nel nostro raggruppamento.

Non perdiamo tempo e oltrepassata la linea issiamo il nostro gennaker con cui navighiamo fino Pointe de la Raboiu e successivamente a la Plage de la Moutte (le prime due mede da lasciare a dritta per uscire dal golfo). E’ dopo avere oltrepassato quest’ultima meda, su cui si forma un groviglio di imbarcazioni che noi riusciamo ad evitare rimanendo sottovento agli altri, che si scatena il maestrale.

Arriva di colpo con tutta la sua potenza, poiché il riparo fornito dal golfo si è esaurito. Ammainato il gennaker iniziamo a bolinare verso la prossima boa che si trova distante alcune miglia, al centro del golfo di Cavalaire-Sur-Mer mentre le imbarcazioni più grandi e veloci, partite dopo di noi, iniziano inesorabilmente a superarci in modo spettacolare .

Le condizioni di navigazione non sono certo facili. Più procediamo in direzione ovest più il vento e il mare aumentano, noi riduciamo gradualmente randa e genoa fino trovarci con due “fazzoletti”, le operazioni di riduzione delle vele sul nostro Daydreamer, vista l’attrezzatura idraulica, non sono rischiose. Rileviamo 35 nodi di vento e dobbiamo stringere l’angolo il più possibile, in questo frangente superiamo barche ben più veloci, ma rallentate delle operazioni di manovra complicate . Sentiamo per radio un susseguirsi di comunicazioni di ritiro provenienti da imbarcazioni in difficoltà, una comunica la rottura dell’albero. Per loro fortuna a bordo nessuno si è fatto male.

Non senza difficoltà, ma in sicurezza (grazie Daydreamer!) giriamo la boa di Cavalaire verso le 15.00 e ci lanciamo con il vento in poppa verso la Giraglia. Vediamo le imbarcazioni più moderne allontanarsi davanti a noi con spettacolari planate. Non siamo ultimi, nonostante il Daydreamer sia probabilmente la più vecchia imbarcazione della flotta quindi non certamente votata alla bolina stretta e ad essere l’unica che arma una randa rollabile nell’albero, abbiamo tenuto dietro alcune imbarcazioni più performanti. In pochi dopo la boa, viste le condizioni, osano issare una vela di poppa e anche noi decidiamo di procedere con randa ridotta e Genoa.

12.06.19 – La nottata

Dopo aver girato la boa di Cavalaire, il forte maestrale ci accompagna per tutta la notte in un susseguirsi di turni al timone, alle regolazioni e al meritato riposo. Troviamo il tempo di riscaldare la cena che, come menù, prevede un sano pollo arrosto precedentemente cucinato. Con il vento in poppa scendiamo in direzione della Giraglia, surfando onde alte fino a tre metri e toccando punte di velocità di quasi 13 nodi. La velocità media è di 9 nodi. Niente male davvero per il nostro Daydreamer e per il suo scafo dislocante!

Cerchiamo di rimanere attaccati alle luci di poppa del gruppo di imbarcazioni che vediamo sulla nostra prua e di diminuire il distacco. Il vento a tarda notte inizia a diminuire e noi cerchiamo di non orzare per mantenere la rotta dritta sulla Giraglia.

13.06.19 – Il risveglio e la mattina

Il maestrale si spegne dopo le prime luci dell’alba e il gennaker, che abbiamo armato alla fine della notte si sgonfia gradualmente, lasciandoci poco meno di 20 miglia da navigare prima di raggiungere l’isola della Giraglia.

A questo punto la situazione è diventata veramente dura! le imbarcazioni dietro di noi che avevamo duramente tenuto a distanza tutta la notte, iniziano a raggiungerci con gli ultimi sbuffi di vento. Una bella fregatura, ma un grande classico in regata.

Con il gennaker abbiamo seguito il poco vento rimasto per tutta la mattinata e, con non poche difficoltà, siamo riusciti a farci spingere fin sotto la Giraglia approciando la Corsica dal lato sud, nella speranza di incontrare le brezze fresche provenienti da terra che, puntualmente, non arrivano. La concentrazione è stata massima tutto il tempo, una vera sfida per il nostro equipaggio.

13.06.19 – h.12.19 : il Daydreamer supera la Giraglia

Quelle ultime 20 miglia che ci separavano dalla Giraglia sono sembrate interminabili, ogni centimetro d’acqua che ci lasciavamo alle spalle una conquista. All’approssimarsi del traguardo gli animi si sono riempiti di trepidante attesa e a bordo del Daydreamer l’emozione è diventata palpabile. Poi, finalmente, era da poco passato il mezzogiorno, l’isolotto della Giraglia si è fatto ben visibile e fiero sull’acqua, sormontato dal famoso faro bianco. Raggiungere la Giraglia è un momento fondamentale, il punto di svolta della traversata. Segna il punto di ritorno verso il traguardo e rassicura gli equipaggi . Solo chi ha provato l’impresa può davvero capire cosa si provi, specialmente dopo una nottata di forte vento e una mattinata in una bolla d’aria come la nostra.

Ed è a questo punto che il vento, come per premiare la nostra costanza, rientra. Porta sul Daydreamer l’inconfondibile e pungente profumo di terra isolana. Sentire di nuovo Eolo graffiarci le guance e percepire il rinnovato rumore delle onde sullo scafo, rinnova la concentrazione e la determinazione di tutti noi. Così abbiamo superato, anche noi, la storica isola da cui la regata prende il nome, bolinando nel canale che la divide dal dito della Corsica .

Durante il passaggio solo la chiamata via VHF al comitato, per segnalare la nostra presenza, ha interrotto il silenzio. Attimi passati con il fiato sospeso, tra sogno e realtà che costruiscono ricordi indelebili. Ricordi che rimangono impressi, per sempre, nella memoria di ogni regatante alla sua “prima Giraglia” o che arricchiscono comunque i sogni notturni, di chi come vi scrive, ne è veterano.

13.06.19 – h.12.30

Il risveglio di Eolo ci ha regalato 15 nodi da est. Questo vento, secondo le previsioni, avrebbe dovuto  crescere nel pomeriggio e ancor di più durante il calar del sole. La nostra idea, condizioni permettendo, è quindi di cavalcarlo al traverso fino a Montecarlo, per un ultima parte di regata (97 miglia) da percorrere in velocità.

Come avevamo ipotizzato, molte sono le imbarcazioni che ci hanno superati e diverse quelle già giunte a destinazione. Rambler 88, il maxi più veloce della flotta ha tagliato la linea d’arrivo alle 04.01 della notte precedente, sfiorando il record detenuto da Eisimi Europa nel 2012.

Noi però rincorriamo tranquilli, consapevoli del nostro mezzo e più che soddisfatti della nostra condotta di gara finora. Alcune imbarcazioni sono ancora dietro di noi in tempo reale, molte di più in compensato.

13.06.19 – Verso la meta 

Nel pomeriggio, nostro malgrado, abbiamo dovuto constatare che il forte vento da est in cui avevamo tanto sperato non sarebbe mai arrivato. Nel corso della regata, così come nei giorni del trasferimento, le previsioni si sono rivelate poco accurate e a volte completamente errate. Ci siamo trovati quindi a proseguire verso Monaco con una velocità del vento di circa 10/12 nodi in un primo momento, per poi lentamente (ma inesorabilmente) scendere a 6/7 nodi fin quasi all’arrivo. Abbiamo navigato per tutta la giornata, mure a destra, con il nostro gennaker non sempre gonfio, a causa della fastidiosa onda residua proveniente da prua.

Al calare del sole, il vento ha finalmente rinforzato, girandoci in prua, a circa 30 miglia da Monaco, dove abbiamo ammainato il gennaker per procedere di bolina larga a 8/9 nodi.

Quasi come una beffa però, a poche miglia dal porto della città di Montecarlo, tutto si è fermato di nuovo, costringendoci a procedere fino al traguardo con una certa fatica. Attorno a noi si sono ricompattate circa un’altra decina di barche, sopraggiunte più o meno in mezz’ora da ogni direzione.

4.06.19 – h.03.02 : l’arrivo

Le ultime 3 miglia prima del traguardo sono spesso le più difficili, soprattutto di notte. La stanchezza per le miglia navigate è molta ed è amplificata dalla mancanza di turni che in prossimità dell’arrivo sono sempre sospesi al il mitico comando: “All hands on deck! Stiamo arrivando, non facciamoci passare alla fine e cercate di vedere dove sono le luci l’arrivo”.  

Quest’ultima un’operazione problematica in questo caso, vista la moltitudine di palazzi super illuminati del Principato. Le coordinate precedentemente immesse nel cartografico, si sono rivelate preziose, dandoci un riferimento certo per la linea d’arrivo, che è stata avvistata a poco più di un miglio di distanza.

A fatica, tutti sottovento per sbandare la barca, ci troviamo a un centinaio di metri dalla linea di arrivo appaiati ad un’altra barca. La concentrazione riprende e la determinazione è ai massimi livelli, sembriamo di nuovo sulla linea di partenza.

E’ stato un attimo: con una veloce manovra dell’ultimo minuto abbiamo provato a superarla e… ce l’abbiamo fatta! Battuta per mezza lunghezza! L’euforia e l’adrenalina di quegli istanti ci hanno accompagnati fino all porto.

Sono ormai le 3.02 quando viene registrato il nostro arrivo ufficiale. I nostri cuori sono leggeri e pieni di gioia. Siamo felici.

L’arrivo a Monaco è sempre un qualcosa di caratteristico ed estremamente emozionante. La città del lusso è in festa, adorna di luci come durante la più sfarzosa delle Vigilie di Natale. Il porto si apre di fronte a noi, pieno di vita e voci allegre. Ci basta uno sguardo complice tra noi per metterci d’accordo e decidiamo subito per un bel pasto caldo seguito da un meritatissimo brindisi allo Yacht Club di Monaco.Albeggia e siamo davvero sfiniti. Mentre la nostra giornata infinita si conclude, il mondo attorno poco a poco si sveglia.

Per noi è venuto il momento di riposare, domani ci aspetta una nuova avventura. Non abbiamo bisogno di leggere subito il risultato in classifica, abbiamo capito di non essere primi, ma nemmeno ultimi, neppure in tempo reale.

La leggeremo l’indomani, già così soddisfatti della nostra prestazione e ancor di più di quella della nostra Daydreamer: agèe, ma ancora sulla cresta dell’onda!

La classifica e la conclusione

Concludiamo la 67 Rolex Giraglia con una media di velocità, sulle 241 miglia di percorso di  ben 6,34 nodi che, con l’aiuto del vento da poppa per un lungo tratto di regata, è andata oltre le nostre più rosee previsioni. La classifica finale generale in compensato, del raggruppamento IRC, ci vede in 61ª posizione su 130 partecipanti. Un’ottimo risultato se contiamo che dietro di noi abbiamo lasciato imbarcazioni ben più quotate e soprattutto, a differenza della nostra, plananti.

A distanza di pochi giorni dalla conclusione della regata, rimane in noi un senso di soddisfazione sia per quanto riguarda il risultato ottenuto sull’acqua, che per gli attimi passati in compagnia di un ottimo equipaggio durante quella che si può davvero definire, la regina delle regate.

 

 

 

Marco Pinetto

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  • Forza Luca, smetti di fotografare e timona che andate alla grande! Vi aspetto a Varazze con una coppa...

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