Odio il rollaranda – decisamente quello all’albero, un po’ meno quello sul boma – per diverse ragioni. La prima, anche se la meno importante, attiene all’estetica. Lo dice uno che va in giro con i parabordi poggiati in coperta e che quindi di rispetto dei canoni di eleganza se ne frega. Ma vedere issata una specie di mutanda informe in luogo di una randa in bella forma, a me fa male al cuore.

Il primo vero motivo riguarda invece l’affidabilità del meccanismo. E anche qui sono disposto ad ammettere che a generare questa contrarietà gioca, in parte, l’età: ho inziato a fare il giornalista con le macchine da scrivere e ad andare in barca quanfo si guardava al rollafiocco con sospetto. Ma pur considerando che l’affidabilità dei meccanismi oggi sia pressocché totale, la possibilità che il tutto si possa inceppare quando un bel colpo di vento richiederebbe una veloce riduzione non è esclusa.rolla randa

 Il secondo motivo riguarda la forma e superficie della vela, e quindi il rendimento. Non solo la randa è senza stecche (anche se è vero che si possono inserire quelle verticali) ma il taglio è tale da definire una balumina scavata in modo che possa avvolgersi all’interno dell’albero. Una randa quindi di dimensioni ridotte, per nulla allunata, che inoltre risente della zona d’ombra creata da un albero il cui diametro è necessariamente maggiorato.

 Il terzo motivo risiede nella manovra, che bisogna sapere compiere bene. Come abbiamo visto nel pezzo che abbiamo pubblicato lo scorso maggio, non è nulla di trascendentale, ma non di rado si sente di difficoltà incontrate da equipaggi convinti che usare un rollaranda significhi semplicemente cazzare e mollare due cime. Tensione corretta della balumina e della base, tensione del meolo, posizione del boma (quasi obbligatorio un vang rigido) e mure corrette (a sinistra se l’inferitura è a destra e viceversa)  sono le misure necessarie per una manovra che non presenti problemi e non generi rischi di incattivamento. Insomma tutt’altro che banale al punto da farmi dubitare davvero che la decantata maggiore comodità del rollaranda rispetto a un armo classico sia minima e non tale da compensare gli svantaggi.

E veniamo al motivo “in più”. Un albero che deve accogliere al suo interno il meccanismo del rollaranda più la randa avvolta è più grosso e quindi pesa di più rispetto a uno standard. Più peso in alto (la risultante è circa a metà altezza dal galleggiamento) quindi necessità di più peso in chiglia per compensare il maggiore sbandamento.

Secondo Bertrand Cheret, autore fra l’altro dell’ottimo testo “Le Vele. Comprendere, regolare, ottimizzare”, su una barca di quindici metri un albero classico pesa circa 11 chili al metro mentre uno con avvolgiranda può arrivare a 15 chili al metro. “Se l’albero fosse lungo 18 metri – si legge nel libro –  il peso aumenterebbe di 72 chili, tale massa avrebbe una risultante posta a 9 o 10 metri dal galleggiamento. Per compensare si dovrebbero porre 500 o 600 chili di zavorra a poco più di un metro sotto al galleggiamento.

Certo se la barca esce dal cantiere con l’albero predisposto è certamente prevista una zavorra adegiuata. Se invece la modifica la facciamo noi in seguito, il prolema di ecessivi sbandamento, rollio e beccheggio sarà da mettere in conto.

Ad ogni buon conto e per par condicio, stiamo per pubblicare anche un articolo che vede evidenziati anche i pro che questo meccanismo offre.

Ecco quindi a voi  i :

Cinque motivi (più uno) per amare il rollaranda

 

Facebook
Twitter
X
Pinterest
LinkedIn
WhatsApp
Email

Lascia un commento

Devi essere loggato per inserire un commento.

Categorie

REGISTRATI

[forminator_form id="7943"]

Hai bisogno di vendere la tua barca? Sei nel posto giusto! Tuttobarche.it è infatti il più grande portale online sulla nautica da diporto e in questa sezione ti sarà possibile scrivere gratuitamente il tuo annuncio se vuoi vendere la tua imbarcazione. Aggiungere un nuovo messaggio di vendita è molto semplice e intuitivo così come trovare una barca che interessa acquistare, ma per rendere ancora più appetibile il tuo annuncio, vogliamo darti alcune indicazioni generiche ma importanti che se vorrai potrai seguire.

Prima di tutto cerca di personalizzare il tuo annuncio, descrivendo la storia della barca e magari la motivazione per cui la vendi, in questo modo otterrai più fiducia da parte del lettore.

Puoi definirla “seminuova” se è quasi nuova, oppure “usata” specificando se essa si trova o meno in buone condizioni. Indica lo stato dei motori, l’anno di immatricolazione, quanti proprietari ha avuto – soprattutto indica se la barca è stata di un unico proprietario: aumenta l’interesse verso chi legge l’annuncio.

Nel tuo messaggio deve trasparire la bontà della tua imbarcazione, perché prima di convincere qualcuno devi essere tu stesso convinto che il prodotto sia valido.

È importante che nell’inserzione non si commettano errori di ortografia, quindi rileggete bene il messaggio prima di metterlo online. Il linguaggio poi deve essere chiaro e semplice, comprensibile a tutti.

Serve ad attirare l’interesse e indurre il lettore a proseguire la lettura, è la parte più importante e deve riassumere in una riga lintero messaggio che vogliamo dare. Purtroppo non si hanno grandi possibilità di distinguersi molto se non con qualcosa di veramente originale per attirare l’attenzione. Quindi concentratevi su dettagli della barca veramente originali, sulle sue qualità reali: nel portale Tuttobarche.it apparirà questo breve riassunto passando sulla foto dell’imbarcazione con il mouse.

È importante inserire in modo chiaro la scheda generale dell’imbarcazione. Da inserire sempre: cantiere, modello, lunghezza, larghezza, pescaggio, motori, numero cabine, anno di costruzione, prezzo.

Nella scheda dell’imbarcazione inserisci accuratamente tutti i dettagli dell’imbarcazione, le dotazioni standard ed extra. È utile comunicare molti particolari e dettagli per coloro che sono veramente interessati e continueranno a leggere oltre le prime righe.

Suggerisci al lettore che vuole comprare le caratteristiche migliori della tua imbarcazione e non indicare – a meno che non sia necessario informare preventivamente l’acquirente – informazioni che possano influenzare negativamente il lettore.

Indicate sempre il prezzo. A meno che non vogliate assolutamente trattare, consigliamo di aggiungere la dicitura “prezzo trattabile” che dà uno stimolo all’acquirente a contattarvi.

Norme Redazionali

VUOI DISCONNETTERTI DAL TUO ACCOUNT?