RYCK 280: il walk around che fa girar la testa

RYCK 280: grande, sportiva e bellissima

Il gruppo Hanse Yachts, secondo produttore di barche al mondo per numero di imbarcazioni vendute, è semplicemente inarrestabile. Numerosi sono infatti i marchi appartenenti al gruppo tedesco che hanno scritto la storia della nautica, sia nella vela che nel motore dove Fjord, solo per citare un esempio, ha dato vita ad una linea di imbarcazioni, lussuose e walk around, il cui design di coperta ha letteralmente conquistato ed influenzato tutto il mercato.

Un cantiere che ha sempre dimostrato una grande capacità di innovare, anticipando le tendenze del mercato. Una qualità che, con il lancio del marchio RYCK Yachts e la presentazione del nuovo RYCK 280, viene ribadita in modo inequivocabile. Capirete quindi come non potevamo esimerci dal saltare a bordo del primo esemplare per provarlo e studiarlo in dettaglio.

La prova in mare del RYCK 280

E’ una giornata ventosa quella che ci accoglie a La Napoule, il mare è parecchio mosso ed il vento crea onde corte e ripide, un banco di prova decisamente impegnativo per il nostro RYCK 280.

Saliamo a bordo proprio mentre si sta facendo rifornimento e non possiamo far a meno di notare che in pozzetto c’è davvero spazio per tutti, siamo in cinque e si circola perfettamente, senza darsi fastidio.

Usciamo piano dal porto, fra gli sguardi ammirati che arrivano delle altre imbarcazioni, la livrea cangiante e l’inedito profilo del RYCK 280 non passano certo inosservati! Siamo spinti da un Mercury Verado 300, la motorizzazione intermedia che, come vedremo fra poco, è decisamente azzeccata.

La carena del RYCK 280 è a redan, con due step e dimostra di possedere ottime doti già navigando al minimo, il rollio è contenuto e la stabilità di rotta impeccabile, dote importante sia per muoversi bene nei passaggi più stretti che quando stiamo per esempio pescando alla traina.

Oggi dovremo affrontare il mare mosso del Golfo di La Napoule fino al ridosso offerto dalle Isole Lerins, solo lì infatti potremo fare qualche ripresa accettabile dal nostro drone, motivo per cui rompiamo gli indugi e mettiamo la prua in quella direzione.

Accelerando si entra velocemente in planata. La scia stacca già a 12/14 nodi, la barca si libera dalla morsa dell’acqua e comincia a scivolare leggera, sospesa sul cuscino d’aria creato dai gradini della carena. Si sente subito sotto i piedi che  lavora bene, ad ogni spinta sulle manette corrisponde un incremento di velocità, non c’è resistenza e l’assetto del RYCK 280 rimane invariato, sempre perfettamente orizzontale.

A 20/25 nodi passiamo da un’onda all’altra senza sforzo apparente. La prua a scimitarra fa decisamente un buon lavoro, separa letteralmente le onde tagliandole in due, tanto che la barca non accenna a rallentare quando le incontriamo. Accelero ancora e mi porto intorno ai 27/28 nodi, dico all’equipaggio di tenersi saldamente e viro deciso.

La carena è inchiodata sulla sua traiettoria. Stringo ancora nel tentativo di mettere in difficoltà la barca arrivando ad angoli di virata strettissimi, il RYCK 280 rallenta appena, senza mai accennare ad uscire dalla planata. Accellero a fondo mentre sono in virata ma l’unica cosa che ottengo è un aumento pazzesco della forza centrifuga, la barca non scoda e non tende ad allargare la traiettoria, sembra di essere in moto mentre si affronta il Passo dello Stelvio, una piega dopo l’altra…

Mi rimetto sul dritto e, nonostante il mare, il vento e lo sguardo attonito dell’equipaggio, spingo a fine corsa la manetta mentre trimmo il fuoribordo e, complice un tratto privo di marosi, raggiungo la ragguardevole velocità di 40 nodi, non male davvero per la motorizzazione intermedia.

Ci rimettiamo in rotta e torna il mare mosso ma questa carena, decisamente a suo agio in queste condizioni, ci porta fino alle Isole Lerins senza alcun problema. Certo, navighiamo in condizioni difficili per cui qualche scossone e gli spruzzi portati dal vento ci sono, ma la sensazione è sempre di grande sicurezza. RYCK Yachts ha fatto decisamente un otttimo lavoro con questo progetto.

Arriviamo a ridosso, è ora di cambiare mezzo e comiciare a volare per riprendere come si deve questa barca. Decollo con qualche problema dato dal vento e poi volgo il primo sguardo dall’alto al RYCK 280 e … E nonostante io sia convinto di aver appena provato un’imbarcazione eccezionale, mi rendo conto che sarà la bellezza il primo motivo di scelta per il quale verrà acquistata.

Come è fatto il nuovo RYCK 280

Con il nuovo RYCK 280 nasce una nuova generazione di imbarcazioni walk around che, senza intaccare la bellezza delle linee sportive disegnate da Bill Dixon, nascondono un’abitabilità esterna e, sorpresa, interna veramente notevoli.

Sì interna, perché sottocoperta si cela una cabina completa di una vera e propria stanza da bagno, di un letto matrimoniale e persino di un guardaroba, allestimenti che siamo soliti vedere solo su imbarcazioni di taglia decisamente maggiore.

Ma se gli interni ci hanno colpiti è all’esterno che il RYCK 280 assesta il colpo da maestro. Un pozzetto di poppa enorme, tutto su di un unico livello, accoglie i divani convertibili di poppa e si estende fino alla timoneria che, riparata da un ottimo e robusto T-Top, ospita i due sedili dedicati alla guida. Il parabrezza protegge sia l’ingresso sottocoperta che la postazione di comando che, altra cosa importante, ospita ben due display da 12′ e tutti i comandi necessari alla guida.

Spostandoci a prua, sempre protetti dai tientibene e dalle murate, troviamo un prendisole centrale da due persone che, coronato dall’impianto audio e dai portabicchieri, sarà certamente l’ambiente più gettonato durante le soste in rada. Il musone di prua ospita in estensione l’ancora, che così evita di toccare la bellissima prua a scimitarra che caratterizza questa intrigante imbarcazione.

Forte di una possibilità di personalizzazione inimmaginabile e di un prezzo d’attacco davvero intrigante, (circa 55.000 euro + IVA esclusa la motorizzazione), RYCK 280 ha il preciso obiettivo di sbaragliare il suo mercato di riferimento. A dimostrazione della versatilità del progetto troviamo infatti ben sei configurazioni base: SPEED & PERFORMANCE, CRUISE & SWIM, DIVE & CLIMB, FISH & BARBECUE, TRIPS & WEEKEND e SURF & FUN. Ognuno di questi allestimenti è poi ulteriormente personalizzabile a seconda dei gusti e delle esigenze del singolo armatore.

Inutile dirvi come, anche noi, non abbiamo resistito e ci siamo divertiti ad utilizzare il mitico configuratore. Ne sono uscite fuori due configurazioni, una non troppo ricca di accessori ma già completa di ciò che serve, da circa 130.000 euro (inclusa l’IVA e un Mercury da 250 cavalli) ed una davvero full optional e con la motorizzazione massima (Mercury Verado 350) che, IVA inclusa, ferma il prezzo a circa 160.000 euro.

Cifre decisamente abbordabili che, specialmente con la nostra seconda configurazione che comprende ogni e qualsiasi comodità, abilitano a vacanze indimenticabili, anche a lungo raggio, a bordo di questo RYCK 280 che, dulcis in fundo, è anche carrellabile e non finisce di stupirci.

Prestazioni e consumi

Condizioni della prova: Mercury Verado 300; 5 persone a bordo; carburante 100%; mare mosso.

RPMVelocità in nodil/hl/nm
6003,423,000,88
1.0005,185,000,97
1.5006,788,101,19
2.0007,9012,201,54
2.5009,4016,901,80
3.00012,1626,502,18
3.50016,6635,902,15
4.00022,2741,101,85
4.50027,3950,101,83
5.00033,8669,802,06
5.75037,9083,402,20
6.00040,1296,002,39

Dati tecnici

Lunghezza fuori tutto incluso bompresso e motori9,51 m31′ 2″
Lunghezza fuori tutto incluso bompresso e motori9,16 m30′ 1″
Lunghezza scafo8,80 m28′ 10″
Baglio massimo2,81 m9′ 3″
Pescaggio a motore sollevato0,53 m1′ 9″
Pescaggio in ordine di marcia0,91 m2′ 12″
Serbatoio acqua88 l19 gal
Serbatoio carburante300 l66 gal
Motorizzazione massima350 hp
Dislocamento2,07 ton
Categoria CEC
Portata massima persone8

Luca d'ambrosio

Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura. Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.

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