Sacs Rebel 47 fuoribordo: il meglio di un cruiser in un maxi-rib sportivo
Sono le nove del mattino di una calda giornata di metà settembre e non appena giungiamo allo stand di Sacs Marine, accuratamente allestito lungo il molo principale del Marina di Varazze, abbiamo la netta sensazione che a salire non sarà soltanto la temperatura ma anche l’adrenalina.
Del resto, quando ti trovi di fronte alla flotta dei battelli Sacs, tutti schierati ai blocchi di partenza, la voglia di provarne uno si fa irresistibile e il nostro occhio cade inevitabilmente sulle forme generose del Rebel 47 fuoribordo che, con i suoi tre Yamaha XTO 425 a far da scudo al mega prendisole di poppa, sembra voler mettere subito le cose in chiaro: se volete accomodarvi, fatemi vedere di che cosa siete capaci.
Non ci facciamo pregare un secondo e saliamo a bordo di questo Sacs sfacciatamente ribelle (come dice il suo nome di battesimo), elegante e grintoso, capace – come vedremo – di coniugare il meglio di un maxi-rib con le caratteristiche più pregiate di una barca tradizionale. E se il modello entrofuoribordo testato quattro anni fa ci aveva sedotti, siamo certi che la nuovissima versione fuoribordo, prossima all’esordio al Salone di Genova, ci conquisterà una volta per tutte.
Esterni: un esubero di spazi e di comfort, in piena sicurezza
La prima impressione che si ha quando si mette piede sul Rebel 47 è puramente dimensionale.
Il prendisole oversize di poppa è solo la premessa di un esubero di spazi ampi, confortevoli e funzionali che dal sundeck si dilatano anche sottocoperta ma non solo: sollevando le panche, i vani del calpestio in teak e lo stesso prendisole, ecco sbucare gavoni grandi e profondi, votati allo stivaggio più massiccio.
Il pozzetto è una lounge a cielo aperto: due comodi divani posti uno di fronte all’altro ci invitano a sederci davanti al tavolino estendibile, mentre alle nostre spalle il trio Yamaha emette i primi ruggiti: il Rebel 47 ha appena messo la prua fuori dal porto e noi allunghiamo il passo verso il cockpit per stilare la tabella delle velocità e dei consumi.
La postazione di comando, protetta dal robusto hard-top e dotata di ogni ben di dio tecnologico, ci fa sentire più che mai protagonisti di questa prova mozzafiato. La tripla seduta è uno spot alla comodità, la super pulsanteria è ben difesa da un vasto parabrezza inclinato a 45° che garantisce una visuale eccellente. Insomma, più che alla consolle di guida sembra di stare in cabina di regia.
Il layout esterno, magistralmente e intelligentemente disegnato da Christian Grande, esalta il concetto di “walk-around”, il che significa potersi spostare in lungo e in largo in totale disinvoltura e sicurezza anche quando il battello supera i trenta nodi.
Prendiamo atto di questa grande libertà di movimento mentre percorriamo con agilità gli ampi passavanti che, accompagnati dai corrimano posti sopra le fiancate in vetroresina, conducono al prendisole prodiero, dove due chaise longue esageratamente comode ci regalano l’ebbrezza di stare sdraiati a prua come sul divano di casa, ma con il vento che ci accarezza le guance.
Dando uno sguardo alla struttura dello scafo, balzano all’occhio i possenti tubolari D-shape in materiale espanso, nonché anticollisione, rivestiti con il classico neoprene Hypalon. La carena in vetroresina è monoedrica e segmentata da quattro pattini longitudinali spray rails, due per lato. Insomma, il Rebel 47 non rinnega il family feeling del gommone ma va oltre, assicurandosi un posto di prim’ordine tra le fila dei cruiser.
Interni: la zona notte è un altro mondo tutto da scoprire
E da buon cruiser che si rispetti, il Rebel 47 custodisce un mondo tutto da scoprire anche sottocoperta, tant’è che, quando apriamo la porta scorrevole del tambuccio, restiamo esterrefatti dalla profondità e dall’ampiezza del lower deck, dove si palesa un ambiente extra-lusso, confortevole e sorprendentemente abitabile.
Le cabine sono due, i posti letto quattro: la master cabin, con letto super king-size frontale all’ingresso sottocoperta e alla dinette con divanetto, forma un unico spazio open; nella cabina sotto il pozzetto, dove gli spazi in altezza sono sufficienti per dormire sonni tranquilli, abbiamo un king-size che prevede due posti letto.
A completamento del layout interno, il bagno con box doccia e wc separato. Il tutto immerso in un contesto di design essenziale e moderno, dove la scelta delle finiture e dei colori spettano all’armatore ma, qualunque sia la sua scelta, la visione d’insieme resta inevitabilmente di classe.
La prova in mare: progressione impeccabile e che stabilità!
Lasciato alle spalle il Marina di Varazze, ci attende un mare sornione, apparentemente pronto a destarsi da un momento all’altro. Permane invece un leggero e piacevole soffio di libeccio che in parte ammortizza la calura di un sole cocente ma che non può certo opporsi alla prorompenza agonistica del nostro Rebel 47.
Dunque, scivolando via su una distesa di onde pressoché piatte e innocue, cominciamo ad affondare le manette e a 12 nodi, con un (ottimo) consumo di 92 litri all’ora, la belva è già completamente in planata. Vai che si va!
L’accelerazione è progressiva, decisa ma senza strappi. La conduzione è diretta, ma al tempo stesso morbida, fluida e avvolgente.
Insomma, qui c’è il rischio di annoiarsi talmente non si sente il mare sotto la carena, quindi, impazienti di sapere di che cosa è veramente capace questo Sacs, decidiamo che è il momento di scatenare la tripla Yamaha che, sfogando tutta la sua potenza, spinge il Rebel 47 alla velocità massima di 49,7 nodi: tanta, tantissima roba. E non c’è niente da fare: neanche alla velocità top si sente il mare, né tantomeno alcuna vibrazione.
Come invece spesso accade su maxi-rib di simile stazza, il Rebel 47 non tende a rimanere con il muso alto ma viaggia costantemente parallelo all’acqua e, poiché sul rettilineo dimostra di essere impeccabile, cominciamo a divertirci sporcando la traiettoria con accostate larghe alternate a virate più strette. Lo scafo s’inclina e torna in asse con una rapidità impressionate. L’onda di ritorno gli fa un baffo, manco la avvertiamo sotto i nostri piedi e, a testimonianza (l’ennesima) del comfort a bordo, non c’è schizzo che varchi la soglia dei tubolari.
Tirando le conclusioni, possiamo affermare con soddisfazione che questo Rebel 47 è molto più di un maxi-rib: è davvero “molto barca”, una signora barca.
Sacs Rebel 47 fuoribordo: i numeri della prova
Giri | Nodi | Lt/h | Lt/m | Autonomia in miglia |
600 | 5,7 | 12,7 | 2,2 | 682 |
1.000 | 6,8 | 20,2 | 3 | 500 |
1.500 | 7,4 | 35,3 | 4,8 | 313 |
2.000 | 9,7 | 57 | 5,9 | 254 |
2.500 | 12 | 92 | 7,7 | 195 |
3.000 | 16,7 | 131 | 7,8 | 192 |
3.500 | 22,7 | 167 | 7,4 | 203 |
4.000 | 28,3 | 218 | 7,7 | 195 |
4.500 | 33,7 | 290 | 8,6 | 174 |
5.000 | 40,2 | 349 | 8,7 | 172 |
5.500 | 45,8 | 425 | 9,3 | 161 |
6.000 | 49,7 | 486 | 9,8 | 153 |
Sacs Rebel 47 fuoribordo: scheda tecnica
Lunghezza f.t. | 14,10 m |
Larghezza f.t. | 4,35 m |
Pescaggio | 0,70 m |
Peso a secco senza motori | 9 t |
Peso con motori standard | 10,5 t |
Capacità serbatoio carburante | 2 x 750 lt |
Capacità serbatoio acqua | 220 lt |
Categoria di certificazione | CE – B |
Portata persone | 18 |
Posti letto | 4 |
Design | Christian Grande Design Works |
Progetto | Sacs |
www.sacsmarine.it
info@sacsmarine.it
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Di fatto, considerando che il pieno di carburante è di 1500 litri, tenendo conto di una riserva del 10% e di un consumo medio in crociera di 9 litri ora (non sempre o meglio quasi mai il mare è piatto) abbiamo una autonomia di 150 miglia. Qualsiasi barca che abbia una autonomia inferiore a 280 miglia è un errore a mio parere.
Con la motorizzazione della prova è impossibile andare diretti dal nord della Sardegna a Ponza, dalla Liguria al nord della Sardegna (sempre diretti), ed è ovviamente impossibile andare diretti dalla Sardegna alle Baleari. Ma soprattutto con questa motorizzazione d'estate se si usa la barca bisognerà fermarsi dal benzinaio 2 volte alla settimana, perdendo ogni volta mezza giornata tra attesa e imbarco carburante.
Occorreva un serbatoio da almeno 2800 litri.
Caro lettore, la ringraziamo per la richiesta che deota grande attenzione nella lettura dei nostri articoli. In questo caso specifico però corre l'obbligo di farle notare che siamo a bordo della versione più estrema del modello, ovvero quella motorizzata con tre Yamaha 425 che, da soli, non brillano di certo per i bassi consumi. Se per esempio avessimo avuto dei 450R di Mercury il consumo sarebbe stato più basso e di conseguenza l'autonomia sarebbe stata maggiore.
Anche scegliendo la versione entro fuori, o più semplicemente montando una motorizzazione fuoribordo "normale", l'autonomia aumenterebbe rientrando così nei parametri da lei indicati che peraltro condivido solo in parte. Il Rebel 47 è infatti prima di tutto un oggetto di lusso e di design, che non si sceglie solo per fare lunghe traversate, specialmente con la versione più estrema della sua motorizzazione. Con due Volvo D6 da 440 cavalli si passa per esempio ad un autonomia di ben 390 miglia nautiche (110 miglia in più di quanto da lei indicato) a 26 nodi di velocità.
Spero con questo di averle risposto.
Carissimo Luca, vedo solo ora la Sua risposta. Vede, dire che un gommone da 47 piedi non è fatto per fare lunghe traversate fa sorridere. Innanzitutto avere una barca veloce serve proprio per fare lunghi spostamenti. Non serve a nulla per fare 5 miglia fuori dal porto per fare un bagno. In secondo luogo l'autonomia serve anche per non essere costretti a fare benzina ogni giorno durante la stagione estiva, con tutte le perdite di tempo connesse. Infine se anche si fosse optato per una tripla Mercury da 450 cv l'autonomia non sarebbe cambiata in modo sensibile, mentre con una doppia da 450 la barca non andrebbe avanti (e comunque consumerebbe circa lo stesso, visto che i 2 motori dovrebbero girare a più alto numero di giri).
Per fare un maxi gommone con i fuoribordo e farlo bene bisogna studiare il progetto prevedendo i fuori bordo fin dall'inizio (e quindi un serbatoio carburante adeguatamente grande), applicando i fuori bordo ad un gommone nato per andare con i piedi poppieri porta alle problematiche sopra descritte.
Veniamo ora alla versione con i piedi poppieri : con mare calmo, carena pulita e 2 volvo duoprop da 440 cv si toccano di massima in condizioni di utilizzo normali circa 36 nodi con mare piatto e pieno di liquidi (barca con 4 persone a bordo, pronta per la crociera). Naturalmente con un bicchiere di gasolio, zero acqua e barca scarica e appena uscita dal cantiere probabilmente si toccano i 38, ma non è poi ciò che realmente accade nel normale utilizzo (ho provato a lungo un Rebel 47 di un amico).
Il consumo minimo si ottiene attorno ai 25 nodi e, nelle condizioni suddette, è di circa 4 litri per miglio nautico. Con una comunque buona autonomia (circa 330/340 miglia nautiche a 25 nodi circa).
Resta però da dire che chi compra un gommone solitamente non lo fa per andare a 25 nodi, e che comunque 35/36 nodi di massima per un maxi gommone sono davvero pochi.
Volendo andare a 30 nodi i consumi salgono a circa 4,5 litri miglio, l'autonomia scende a 300 miglia circa (sempre buona) con mare calmo.
Resta il fatto che la barca pare sotto motorizzata per essere un maxi rib (è comunque una buona barca, semplicemente non ha le prestazioni che un maxi rib dovrebbe avere).
Infatti nel mio commento non ho criticato la versione con piedi poppieri, su cui è nato il progetto, ma la versione con i fuoribordo.
Cordiali saluti