E’ il 6 Settembre 2017 quando l’uragano Irma devasta l’isola di Saint – Martin con venti fino a 300 km/h e raffiche a 380 km/h. 1.200 imbarcazioni sono state affondate o seriamente danneggiate, sia in mare che sulla terraferma. Numerosi catamarani di lunghezza superiore ai 15 metri sono stati ribaltati. I porticcioli hanno perso le proprie banchine. Gli artigiani con le loro botteghe lungo la costa hanno perso i propri strumenti di lavoro.
Per Saint – Martin, un’isola che vive prevalentemente di turismo e, ovviamente, di nautica, la situazione è catastrofica.
Al momento del bilancio, le perdite finanziarie per il comparto nautico sono enormi. La perdita operativa per le 68 imprese quotate nel settore nautico è stimata in oltre 45 milioni di euro, la perdita in infrastrutture a circa 10 milioni e le perdite di attrezzature a circa 12 milioni di euro.
Ma oggi, a tre mesi di distanza dal passaggio dell’uragano Irma, qual’è la situazione del settore nautico?
Ancora troppi armatori sono in attesa di ricevere la perizia da parte della propria compagnia assicurativa da cui dipenderà l’importo del risarcimento cui hanno diritto. Quanto ai diportisti che sono in attesa degli indennizzi, questi avranno la spiacevole sorpresa di scoprire che gli importi proposti saranno di gran lunga inferiori alla cifra di cui necessitano per provvedere alla riparazione delle proprie imbarcazioni.
Nel migliore dei casi, vale a dire nel caso di un’assicurazione onnicomprensiva che includa una clausola di rischio per uragano, verrà detratta una franchigia pari al 10% sul valore assicurato. Quindi, un coefficiente di vetustà pari al 10% in media per anno verrà applicato sul bene.
Tradotto in termini pratici questo significa che nel caso, per esempio, di una barca di sette anni assicurata per 200.000 euro, sarà necessario dedurre innanzitutto 20.000 euro di franchigia e un ulteriore 10% di coefficiente di vetustà per ogni anno di età dell’imbarcazione stessa. L’imbarcazione in questione riporta danni materiali (pezzi di ricambio) per 50.000 e di 20.000 euro per le lavorazioni (manodopera), un totale pari a 70.000 euro quindi.
Ne risulta un incredibile e bassissimo rimborso cosi determinato: 50.000 – 35.000 (10% di vetustà x 7 anni) = 15.000 ai quali vanno aggiunti i 20.000 per le lavorazioni, che portano il totale a 35.000 euro. Al totale andrà anche sottratta la percentuale sul valore dell’imbarcazione che è pari ad altri 20.000 di minor rimborso.
Ne consegue che lo sfortunato armatore, ancorchè fosse co
perto sul rischio uragano, riceverà solo 15.000 euro di rimborso a fronte di un bisogno reale di 70.000 euro.
Inoltre, molti assicuratori invocano la possibilità di lasciare la zona, giudicata ormai troppo rischiosa. Altri, invece, rinforzano le condizioni contrattuali in caso di ciclone, come la messa in sicurezza dell’imbarcazione durante il passaggio dell’uragano. Inoltre, molti assicuratori stanno annunciando un incremento di almeno il 35% dei premi, il cui importo attuale è già il doppio dei premi previsti per le aree metropolitane. Le nuove condizioni metteranno inevitabilmente in grande difficoltà gli operatori professionali del noleggio e delle attività nautiche in generale.
La questione della gestione delle imbarcazioni non assicurate o mal assicurate rimane momentaneamente senza risposta. L’ammontare dei costi delle riparazioni o dello smaltimento sarà spesso impensabile per i relativi proprietari che non potranno fare altro che abbandonare la propria imbarcazione in un cantiere o all’ormeggio, come già più volte verificatosi nel 1995 in seguito al passaggio dell’uragano Luis.
Per quanto riguarda invece le imbarcazioni che possono essere riparate, sorge la questione dello spazio disponibile all’interno dei cantieri di Saint – Martin. I quattro cantieri principali sono infatti ancora occupati da un gran numero di imbarcazioni colpite dall’uragano che attendono di conoscere l’importo degli indennizzi di cui andranno a beneficiare, oltre che da barche non assicurate che bloccano la rimessa in acqua in generale. Altre imbarcazioni, eventualmente riparabili, continuano a marcire sul fondo della laguna, compromettendo inesorabilmente la propria possibilità di tornare a navigare. I cantieri cercano tutti più spazio per poter rispondere alle richieste ma solo alcuni fra loro riusciranno realmente a far fronte alla situazione. Situazione che risulta ulteriormente aggravata dal fatto che il ponte di Sandy Ground, in seguito al passaggio del ciclone, non è più fruibile e i lavori di riparazione non saranno effettuati prima dei prossimi 4-6 mesi, cosa che mette gravemente in pericolo la sopravvivenza delle imprese dell’isola. Al momento, l’unica possibilità per entrare o uscire dalla laguna è offerta dal passaggio posto sul versante olandese
Centinaia di relitti sommersi giacciono ancora sul fondo della laguna di Simpson Bay, un’area chiusa il cui litorale è costellato di numerose abitazioni. Questi relitti rappresentano una minaccia per l’ambiente in una zona cosi umida e fragile ed è urgente risolvere la situazione nel pieno rispetto delle tradizionali norme anti-inquinamento.
Alcuni giorni dopo il passaggio dell’uragano Irma, la FIN si è recata sull’isola e ha collaborato con Métimer – l’associazione dei professionisti del mare dell’isola di Saint – Martin – al fine di valutare l’entità dei danni subiti dagli operatori ed offrir loro il miglior aiuto possibile. Sempre in quest’ottica, la FIN ha offerto a Métimer lo stand H1 B 01 del Nautic di Parigi perché potesse beneficiare di incontri fruttuosi, soprattutto con la stampa internazionale. La FIN e Métimer ripongono entrambe le proprie speranze nei grandi gruppi della filiera nautica affinché si mobilitino tempestivamente per sostenere finanziariamente l’industria nautica di Saint – Martin.
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Se volete invitatemi schede di catamarani, Outremer, Catana, fountaine pajot, interessato ad acquistare a buon prezzo e poi porto il cat via nave ( se non navigabile ) in mediterraneo
Buona sera sono alla ricerca di un catamarano da aggiustare a buon prezzo vivo in Romagna vorrei capire i costi