La scelta degli ami
Con il passare degli anni la scelta degli ami è ricaduta sui modelli a becco d’aquila “J hook”. Sono costruiti in lega e carbonio, con una punta leggermente rientrante e affilata chimicamente, al punto di permettere libertà di movimento all’esca grazie alla loro sorprendente leggerezza; spesso li montiamo in serie utilizzandoli con esca viva.
Il tipo di amo da noi scelto ha anche la speciale caratteristica d’essere autoestinguente così, in caso di rilascio, il pesce non resta ferito. Questo modello però, usato come trainante scorrevole, può dar luogo a fortuite fortuite abrasioni sul terminale da parte dell’anello di sostegno. Tutto ciò è dovuto alla pecca di non aver di serie l’anello saldato. Quel piccolo tratto dischiuso tra anello e gambo dell’amo è veramente letale per qualsiasi diametro di monofilo usato.
Per rimediare al dilemma abbiamo inserito come sistema di sostegno dell’elastico da “roubesienne” nell’anello di sostegno abbinato alla legatura spiralata. Oltre a fare da protezione è una frizione naturale allo scorrimento.
E’ buona norma inserire tra l’amo ferrante ed il trainante, una sfera in gomma per attutire la battuta in fase d’allamata dei due ami.
Ultimamente, pescando ai grandi pelagici, la nostra scelta va verso l’amo singolo circolare. “Ami Circle”. Da anni IGFA (International Game Fish Association) professa ed esorta l’uso degli ami “Circle Hook”. Da studi fatti in Florida possiamo dichiarare che il 90% degli strike con prede di notevole taglia usando ami Circle si hanno con allamata nell’apparato muscolo scheletrico della bocca.
Questo garantisce, oltre al vantaggio di poter ben combattere la preda, di non ledere parti vitali; così, in caso di rilascio o di fortuita slamata, il pesce continua tranquillamente a vivere.