Se le barche potessero parlare noi che andiamo per mare ci troveremmo tutti nei guai… E se a parlare fosse l’ex-ammiraglia della flotta statunitense, la gloriosa SS United States, probabilmente ne verrebbe fuori un best-seller ricco di gossip. Su di lei hanno viaggiato tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna niente poco di meno che Elizabeth Taylor, John Wayne, JFK, Harry Truman, Dwight Eisenhower, un giovanissimo Bill Clinton, Grace di Monaco, Salvador Dali, e perfino la Gioconda, tornando a casa a Parigi dopo il “tour” statunitense negli anni ’60.
La storia della SS United States va da un passato più che glorioso a un presente incerto e problematico: il costo della sua manutenzione è di oltre 60.000 dollari americani al mese, e gli attuali proprietari sono alla ricerca di donatori, finanziatori o acquirenti per salvarla dalla triste fine della rottamazione. D’altra parte i progetti per riportarla a nuovo lustro hanno costi stimati di 300 milioni di dollari, e non sono noccioline. Il proverbiale nazionalismo americano ha fatto il miracolo, per ora, e la SS United States ha ricevuto in poco più di un mese centinaia di migliaia di dollari in donazioni che le consentiranno di restare tranquillamente ormeggiata a Philadelphia per tutto il 2016, mentre i progetti per il ripristino vanno avanti. Uno dei donatori ha detto, staccando un assegno da 250.000 dollari, che rottamare la SS United States “sarebbe come lasciare che si potesse fondere la Statua della Libertà per farne dei centesimi. Impensabile”.
Cos’ha di tanto speciale questa nave? È il simbolo di un’epoca e di una nazione. Nel suo viaggio inaugurale del 1952, che in perfetto stile hollywoodiano l’ha fatta passare sotto la Statua della Libertà il 4 luglio, la nave ammiraglia stabilì il record di velocità nel passaggio transatlantico verso est: 3 giorni, 10 ore e 40 minuti – tutt’ora imbattuto – che le fece meritare il Blue Riband. Disegnata appositamente per la navigazione oceanica da un caparbio autodidatta, William Francis Gibbs, la SS United States era capace di viaggiare a 36 nodi in mare aperto.
Erano gli anni delle dive, del cinema, di Marilyn Monroe, e gli interni della nave volevano cogliere quel clima nel loro lusso. Ma erano anche gli anni della guerra in Corea, del maccartismo, della Guerra Fredda, e la velocità della SS United States poteva essere un’arma potente: la nave poteva velocemente trasformarsi da lussuoso transatlantico in mezzo per il trasporto di truppe.
La SS United States fu mandata presto in pensione, nonostante la gloria, e dal 1969 al 1978 è rimasta sigillata come nave di riserva della Marina Militare. Da allora è passata di proprietario in proprietario, cercando di sopravvivere, mentre la SS United States Conservancy, una fondazione diretta dalla pronipote dell’autore del progetto negli anni ’40, si prende cura di lei e della sua immagine sperando che la sua storia gloriosa continui.
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