Sea Shepherd, tutti a bordo (gratis) della nave guerriera

Sea Shepherd è una delle organizzazioni che più attivamente si battono, spesso anche in senso fisico, per la difesa del mare. Sabato 11 e domenica 12 febbraio è possibile salire a bordo di una delle navi che compongono la flotta di pastori del mare. Il trimarano wavepiercer Brigitte Bardot, a disposizione per gratuite visite guidate, sarà ormeggiato nella Marina di Loano (Savona) al Molo Centrale – Banchina Grandi Navi.

Paul Watson, il fondatore di Sea Shepherd, organizzazione che si batte per la protezione del mare, qui con l’attrice Darryl Hannah, sostenitrice della causa.

Ogni tour aperto al pubblico è seguito dai volontari e dagli attivisti dell’associazione, fondata nel 1977, dal capitano Paul Watson. La visita richiede circa tre ore di tempo e, durante il fine settimana ligure, prenderà il via due volte al giorno: la prima dalle 10:00 alle 13:00 e la seconda dalle 14:00 alle 17:00.
Per partecipare non occorre prenotare, anzi, non è proprio possibile, basta recarsi in banchina di fronte alla Brigitte Bardot in uno dei quattro appuntamenti previsti

Poiché orari e date potrebbero cambiare, anche all’improvviso, si consiglia di tenere d’occhio la pagina Facebook dell’evento.
In ogni caso c’è sempre una mail cui scrivere per ricevere ulteriori informazioni: contatto@seashepherd.it

Fondamentale ricordare che Sea Shepherd è un’associazione che non protesta, ma si batte e agisce con azioni specifiche e mirate contro i bracconieri e le organizzazioni che contravvengono alle leggi internazionali, spesso lavorando a fianco dei governi e con le forze di polizia, come avviene alle Isole Galapagos. Senza scopo di lucro, la creatura del capitano Watson si finanzia grazie al supporto dei sostenitori. Le donazioni materiali, ancor prima che quelle economiche, sono ben accette e incentivate.

Sulla pagina Facebook già citata, c’è la lista di ciò che è necessario a sostenere la causa e i suoi paladini: dai generi alimentari alle cime di ormeggio, dalla ferramenta di bordo al materiale di consumo. Chi vuole donare ha due vie: comprare direttamente e portare in banchina le cose più semplici da trovare, come gli alimentari, oppure può acquistare on line, tramite Amazon, nella Wish list creata dalla stessa Brigitte Bardot (la nave, non l’attrice) e farlo recapitare a bordo .
Il wavepiercer Brigitte Bardot, 35 metri di lunghezza per 14 di larghezza, oltre al fulgido presente al servizio di una nobilissima causa come la difesa del mare, ha un passato glorioso. Nel luglio del 1998, con il nome di Cable and Wireless Adventurer, ha fatto registrare il record sul giro del mondo per barche a motore: 74 giorni, 20 ore, 58 minuti. Nel 2010, ribattezzata Gojira, è diventato un’unità della flotta Sea Sheperd, che oggi conta otto imbarcazioni, e successivamente è stata dedicata a Brigitte Bardot in l’attrice francese che sostiene l’Organizzazione di Paul Watson sin dalla sua creazione.

Un’immagine emblematica dell’attività di Sea Shepherd in difesa delle balene.

Tre sono le campagne antartiche in difesa delle balene cui la nave preso parte: Operazione No Compromise, 863 balene salvate; Operazione Divine Wind: 768 balene salvate; e Operazione Zero Tolerance: 932 balene salvate. In più, è stata attiva lungo le coste delle Isole Fær Øer durante il Grid, la tristemente conosciuta uccisione di massa dei globicefali che arrivano verso riva; ha partecipato all’Operazione Siracusa, per la protezione dell’Area Marina Protetta del Plemmirio  nella provincia siciliana.

Con l’Operazione Requiem, nel Pacifico del Sud, si è opposta alle organizzazioni mafiose che controllano lo shark-finning (la criminale azione con cui gli scuoli vengono catturati vivi, privati delle pinne e ributtati a morire in mare dopo agonie che durano anche qualche giorno); nei mari guatemaltechi, su invito dello stesso governo di Città del Guatemala, ha combattuto i bracconieri che minacciano le popolazioni di istioforidi a scopi commerciali; e si è spesa in molte altre zone del mondo a rischio di pesca illegale, come Capo Verde, al largo delle coste del Senegal.

La principale e più impegnativa attività di Sea Shepherd prende corpo ormai da oltre dieci anni in Oceano Antartico. Mira a fermare la caccia commerciale alle balene operata dalla flotta di baleniere nipponiche e camuffata da ricerca scientifica. All’interno del Santuario dei Cetacei, nel Pacifico meridionale, ogni stagione di pesca, i giapponesi mirano a catturare un migliaio di balene 1.000 balene ma, grazie a Sea Shepherd, che fisicamente impedisce la cattura dei mammiferi marini, sono stati salvati oltre cinquemila esemplari.

Giacomo Giulietti

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