Con oltre 50 anni alle spalle, Selva Marine è oggi uno dei marchi storici della nautica italiana. La sua sede principale è a Tirano (Sondrio) in Valtellina… lontana dal mare anche se non si direbbe.
Una azienda con due anime: quella dedicata alla produzione, che può contare su un ciclo produttivo completo ed è, inoltre, fornitore di Yanmar per i loro sail drive e stern drive, di Torqeedo per cui producono i componenti di primo impianto per i fuoribordo elettrici, Seven Marine e Neander con cui è attiva una collaborazione per la produzione di un motore fuoribordo diesel. E quella commerciale che ha come core business la distribuzione, in collaborazione con Yamaha, di barche in package.
Carlo Selva, 26 anni e un’energia unica e un entusiasmo da vendere, in azienda rappresenta la terza generazione. “Quest’anno è un’ottima annata” ci spiega quando lo abbiamo incontrato al Navigami a Milano, “siamo già a fine produzione per i gommoni. Noi facciamo circa 150 battelli pneumatici l’anno e siamo full. Una buona accelerazione l’abbiamo avuta anche sui motori, probabilmente abbiamo azzeccato la politica di vendita con i nostri dealer, siamo riusciti a smuovere le acque. E con Yamaha la collaborazione non è mai stata così buona come in questo periodo. In più i mercati del Nord Europa ci stanno dando grandi soddisfazioni“.
Quanto sono importanti per voi i mercati esteri?
“Sono fondamentali, l’Italia oggi per noi rappresenta il 30%. In questi anni ci siamo trovati a un bivio: alzare i margini – ma pensare di aumentare i prezzi era impensabile – o aumentare i volumi. Abbiamo deciso per i volumi. Per questo abbiamo puntato moltissimo sul Nord Europa. Stiamo facendo sacrifici e investimenti importanti, ma sappiamo che si pagheranno. Come sempre, partiamo dal basso. Contiamo di impiegarci quattro anni prima di arrivare a un utile. È un lasso di tempo lungo ma ci crediamo e ci stiamo investendo moltissimo. Se facciamo una cosa la facciamo bene“.
Quali sono i Paesi su cui puntate maggiormente?
“Regno Unito e Svezia sono molto vitali e ci stanno dando ottime prospettive di collaborazione. Nel Regno Unito partecipiano al salone di Londra e Southampton e a tutti gli eventi locali, abbiamo ormai 10 concessionari. In Svezia sono già 19 i nostri concessionari e prendiamo parte al salone di Stoccolma e di Goteborg. Per noi questo è un ‘ritorno’ al Nord. Ai tempi della grande motonautica, delle corse, Selva era molto conosciuto. Durante le prime fiere che abbiamo fatto in Svezia e nel Regno Unito tre anni fa, i meno giovani ci riconoscevano e ci salutavano, per gli altri, invece, Selva è un marchio nuovo. Puntiamo molto sul Made in Italy, per questo nel marchio disegnato per il Nord sotto il nome Selva abbiamo aggiunto la bandiera italiana“.
E l’Italia oggi come sta andando?
“Siamo soddisfatti. Abbiamo registranto quasi un più 30% delle vendite rispetto all’anno passato. Lavoriamo molto bene con i gommoni. E in effetti siamo già a fine produzione, non possiamo più accettare ordini… purtroppo“.
Quindi possiamo dire che voi la ripresa la state vedendo?
“Confermo, per noi la ripresa c’è. La gente torna ad aver voglia di barca. Durante la crisi ha continuato a rimandare, ora si è stancata. Ormai non si tratta più di crisi ma di un cambiamento di stile di vita, di una riduzione dei consumi“.
Quali sono le novità in arrivo per la prossima stagione?
“Abbiamo in programma il restyling della Emotion Line che facciamo in collaborazione con Marlin. Del 540, 630, 790. Sono previsti nuovi colori e nuovi cuscini preformati e termosaldati. Al salone di Genova – noi al salone ci saremo – porteremo il nuovo 115, e forse lo presenteremo anche prima“.
Oggi è sempre più richiesta la personalizzazione, voi come vi state muovendo?
“È un discorso che stiamo affrontando. Il problema è che diventa difficile fare magazzino e che i costi dei materiali, specie nei gommoni, salgono“.
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