Southerly è un nome che richiama in pieno il concetto di bluwater cruiser, ossia navigazioni in acque blu, profonde. Quelle costruite sotto questo marchio, sono barche oceaniche, costruite a Southtempton, patria della vela mondiale, con un approccio artigianale e un livello altissimo di qualità.
Dopo un periodo di chiusura dello storico cantiere colpito dalla crisi economica, con i primi cenni di ripresa il marchio è stato rilevato dal gruppo Discovery e la produzione è stata trasferita da Itchenor, nel sud dell’Inghilterra, a Southampton, dove sono state riproposte le stesse modalità costruttive e le qualità marine delle linee d’acqua.
Oggi il marchio si propone al pubblico con una gamma composta da sette modelli, dai 33 ai 59 piedi, fra i quali spicca il nuovissimo Southerly 480 presentato in questi giorni al Boot di Dussledorf. E non ne parliamo solo per le grandi qualità di questa barca, ma anche perchè, dopo molti anni, fa il suo rientro in Italia attraverso Adria Ship, importatore storico di Elan, Bali e Catana e da oggi anche di tutte le gamme del Gruppo inglese: Southerly, Discovey Yachts, che a differenza dei Southerly hanno la chiglia fissa, Britannia, che consiste in una meravigliosa barca di 74 piedi molto classica e Blu Water, marchio con cui producono catamarani.
Il Southerly 480 non presenta grosse differenze apprezzabili, nello stile e nel layout interno, rispetto agli altri modelli della gamma, se non per un’evidente modifica della tuga, che vede le finestrature laterali alzate e ingrandite e la parte frontale resa più verticale e squadrata. La sua progettazione si è resa necessaria come evoluzione del “vecchio” 48 piedi, di cui accoglie l’impostazione, ma rinnova materiali, essenze, strumentazione e una organizzazione delle manovre più orientata alla conduzione con un equipaggio ridotto.
Per il resto la barca ricalca le caratteristiche del marchio. Una coperta molto attrezzata, con un pozzetto non ampissimo e molto riparato, un bel piano di calpestio alle spalle del timoniere, passavanti larghi e un armo che prevede una randa generosa che sfiora i 60 metri quadrati e un fiocco autovirante. Affianco alla tuga sono prevsite le rotaie per un genoa di concezione classica, sovrapposto al 140% con una superficie di 72 metri quadrati.
E naturalmente, non può mancare la chiglia retrattile. Un meccanismo studiato dal cantiere, che permette alla deriva di salire all’interno della scassa portando il pescaggio da 3,12 metri a un metro. A poppa, un grande skeg, come garanzia di un’eccellente stabilità di rotta, e le due pale del timone al posto di quella unica centrale la cui presenza avrebbe ridotto il vantaggio del basso pescaggio con la chiglia completamente retratta. E infine, oltre al bow thrus a prua, anche lo stern thrust, di cui si può fare tranquillamente a meno negli ormeggi in Mediterraneo, ma che invece nelle acque piene di correnti del Solent fa davvero comodo.
Verso prua troviamo una cabina con letti a castello sulla sinistra e un bagno con doccia separata sulla dritta e una bella cabina di prua con letto matrimoniale. A poppa è stata ricavata una vera cabina armatoriale con accesso al bagno privato dotato di doccia separata e armadio per le cerate.
Scheda tecnica
Lunghezza ft. 14,98 mt
Larghezza 4,46 mt
Pescaggio 1 – 3,12 mt
Peso 17,250 kg
Cabine 3
Motore Yanmar 80 hp
Carburante 600 lt
Acqua 490 lt
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