Miami. Sotto i grattaceli la vela trova il suo posto al Boat Show

Bayside è un bel posto. Si trova nel cuore di Miami, in Downtown, nella parte della terraferma che si affaccia sulle isolette e sulla lunga penisola che da forma a Miami Beach, la parte più turistica e notturna.

Ed è qui a Bayside che la vela trova il suo posto all’interno dell’immenso Miami International Boat Show. Uno spazio piccolo, una settantina di barche e pochi marchi rappresentati. Un’inezia  – sono state 1530 le barche esposte complessivamente in acqua e a terra – rispetto alle altre due location dove il Boat Show è stato organizzato, quella riservata ai grandi yacht lungo la Collins Avenue, e l’immensa distesa di barche di taglia minore ormeggiate lungo le banchine del Marina Stadium, attorniate da stand dedicati agli accessori, all’elettreronica, ai motori e, nota dominante, a tutto ciò che riguarda la pesca.

Il pozzetto del Leopard 45

Nella piccola darsena di Bayside, proprio sotto i grattacieli di Dowtown, gli amanti della vela hanno trovato un loro angolo di paradiso. Se poche erano le barche in mostra, ancora meno le anteprime assolute, forse due, e pochissime le novità per il mercato americano. Non è certo qui che i produttori di barche a vela vengono a lanciare i loro nuovi progetti, riservati in gran parte per Cannes, Dusseldorf e, in misura minore, Genova.

Piccoli numeri, dicevamo, di cui una bella fetta occupata dai catamarani che si sono conquistati il 50% della superficie espositiva in acqua.

L’enorme pozzetto del nuovo Lagoon 70

Ed è fra i multiscafi che abbiamo visto le uniche due vere premiere mondiali, il Leopard 45, mostrato al pubblico per la prima volta qui negli Stati Uniti insieme a tutta la gamma Leopard, e il Lagoon 70, un mostro di 24 metri che per le sue dimensioni e la particolare apertura laterale sullo scafo di dritta, ha attirato più di ogni altri l’attenzione.

Il “balcone ricavato nello scafo di dritta del Lagoon 70

Al pari forse di un altro grande catamarano, il Privilege Serie 6 disegnato da Marc Lombard per Privilege Marine, che al di là dei sui 20 metri  per 9 di larghezza, attirava l’attenzione per un design davvero innovativo.

Sempre restando nella zona a sinistra di Bayside, occupata dai catamarani, la flotta più numerosa dopo quella dei Leopard era rapppresentata dai Fontaine Pajot, con gran parte della produzione in acqua capitanata dall’Ipamena 58 e dal Saba 50.

Il maestoso Privilege Serie 6

Premiere Usa invece per il Bavaria 34. Il pubblico americano ha mostrato interesse per questo scafo tedesco mostrato per la prima volta Oltreoceano così come per l’altro prodotto Bavaria in mostra, il Nautitech 46, un multiscafo presentatolo lo scorso anno in Europa.

Anche i francesi della Jeanneau hanno lanciato sul mercato a stelle e strisce una novità 2017, lo Jeanneau 51 disvelato qualche sera prima a poca distanza da qui, nelle acque di fronte alla spiaggia del Madarin Oriental hotel durante un party dedicato agli armatori cui noi di Tuttobarche eravamo presenti.  Sarà perchè che il loro product manager, Erick Stromberg, è americano, fatto sta che il gruppo Beneteau cui Jeanneau appartriene era numericamente il più forte in acqua a Dowtown.

 

Dall’Europa uno scafo prestigiosissimo, l’Oyster 745 prodotto in Inghilterra e portato in acqua dal dealer locale che ha così potuto piantare l’Union Jack in terra americana.

Spettacolare Oyster 745 in navigazione

Non  potevano mancare i marchi più conosciuti anche sulle sponde del Mediterraneo della produzione americana. Ecco quindi i Catalina, con il 425 come ultimo modello prodotto, e gli Island Packet. Quattro barche in acqua per due dei principali marchi americani.

Un dato che la dice lunga su quanto la vela pesi percentualmente sul mercato statunitense in Florida e in generale in tutta l’area meridionale.

Sono altri i grattaceli sotto i quali  il motore cede un po’ il passo, pur senza farsi superare,  alla vela, quelli molto più a nord di New York. E d’altra parte è da qui che il 22 agosto del 1851 partì lo schooner America del New York Yacht Club  per andare a prendersi la prima America’s Cup messa in palio dal Royal Yacht Squadron di Londra per celebrare la prima esposizione universale. America vinse con 8 minuti di distacco sugli inglesi circumnavigando l’isola di Wight portandosi a casa la coppa e tenendosela per 132 anni e 25 edizioni.

Cambiando pure il nome, da Coppa delle cento ghinee in America’s cup, in onore della barca vincitrice. Ma questa è un’altra, seppure bellisima, storia.

Nico Caponetto

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