Round Italy 2017 è la doppia sfida che Suzuki e Avila si apprestano ad affrontare. Un rib Tuono motorizzato con una coppia di DF200AP tenterà di battere il record di circumnavigazione dell’Italia, cercando, però, di consumare la minore quantità di carburante possibile. Un doppio record che sancirebbe in modo definitivo, almeno fino al prossimo primato, la superiorità della coppia imbarcazione-propulsori nel Gruppo B Endurance fino a 9 metri di lunghezza.
La rotta è sulla classica sfida dell’offshore e della grande nautica sportiva di serie, anche se invertita: da Montecarlo a Venezia ed è la prima volta che il tentativo di record è affrontato con un rib -acronimo che sta per Rigid Inflatable Boat, imbarcazione rigida gonfiabile, ovvero, in termini più prosaici: un gommone a chiglia rigida- motorizzato con dei fuoribordo.
Di sicuro non manca di richiamare l’attenzione dell’occhio per la sua estetica caratterizzante, il Tuono Type 9, del cantiere Avila, imbarcazione totalmente di serie, fatta eccezione per la strumentazione elettronica di bordo. Lungo 8,85 metri ha una carena con redan, degli scalini nell’opera viva che facendo entrare aria sotto lo scafo diminuiscono l’attrito idrodinamico per migliorare le prestazioni a parità di potenza installata ed è realizzato in struttura monolitica.
Per spingere il rib è stata scelta la coppia di Suzuki DF200AP, il binomio carena-propulsori è già stato testato in diverse condizioni meteomarine sia nella versione da diporto civile, sia in quella militare, per cui il cantiere Avila è ben conosciuto, perché ritenuta la più adatta a effettuare il periplo della penisola con il minor consumo possibile di carburante. Due le ragioni principali. In primo luogo la leggerezza dei propulsori, che a parità di potenza e volumetria, si tratta di un quattro cilindri con 16 valvole a fasatura variabile (Variable Valve Timing, VVT) da 2867 centimetri cubici di cilindrata, risultano 30 kg più leggeri rispetto al modello V6.
In secondo luogo, ma non per questo meno importante, il sistema Lean Burn, tradotto letteralmente: a combustione magra, vale a dire con la minore quantità di benzina possibile per garantire le prestazioni richieste dal pilota. Più in dettaglio, una centralina a 32 bit analizza, istante per istante, tutti i dati provenienti da numerosi sensori posizionati in varie parti del motore. Le informazioni sono processate in tempo reale per stabilire qual è il miglior rapporto aria/benzina da avere nella camera di scoppio. Tale tecnologia consente una riduzione dei consumi più che sensibile. Paragonato a un V6 di pari potenza a un regime di rotazione di circa 5000 giri al minuto, il carburante necessario al Suzuki DF200AP è fino al 32,6% inferiore, dichiarano alla casa costruttrice giapponese.
I due fuoribordo installati a poppa del Tuono, si pongono al vertice della gamma dei quattro cilindri prodotti dalla casa con la grande S rossa e tra le caratteristiche che li contraddistinguono vale la pena ricordare: la Suzuki Selective Rotation, il sistema che consente di decidere se rendere il motore sinistrorso o destrorso senza dovere intervenire sulla meccanica; il Precision Control, vale a dire il controllo elettronico di marcia e gas Drive by Wire, vale a dire senza cavi, ma tramite collegamento elettrico; il sistema di accensione senza chiave Keyless Start, che agisce tramite telecomando da tenere entro un metro dalla consolle per avviare e fermare i motori; e una presa d’aria diretta totalmente ridisegnata.
Ad aggiungere un ulteriore elemento di sfida al già complesso doppio record da battere è la composizione dell’equipaggio. A condurre il Type 9 per le 1122 miglia che separano la capitale del principato monegasco dalla corrispettiva della Serenissima non ci sarà nessun professionista della motonautica, né piloti o membri di equipaggio che abbiano alle spalle imprese di siffatta natura o navigazioni così lunghe.
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