Traversata atlantica? Sì, in gommone, con un Suzuki 200 hp

La notizia non è cerco segreta ma non ha avuto la risonanza, fino a questo momento, che si merita: una traversata atlantica da Palermo a Recife, in Brasile, con un gommone Master 996 motorizzato con una coppia di Suzuki 200.

Il protagonista di questa performance è Sergio Davì, non nuovo a questo tipo di esperienze un po’ estreme. Questa volta però, c’è la distanza da percorrere senza alcun scalo a fare davvero la differenza. Grandi capacità nautiche, tenuta di mare del gommone, affidabilità dei motori, sono i tre ingredienti principali di questa impresa. Cui si deve aggiungere però una capacità di autonomia eccezionale.

Sergio Davì in questo momento si trova nel marina di Rubicon, sull’isola di Lanzarote, in attesa di scendere di latitudine fino alle Isole di Capoverde da dove poi tenterà il salto. A raccontarci questa esperienza è Paolo Ilariuzzi, direttore commerciale di Suzuki Italia che abbiamo incontrato al NavigaMi di Milano proprio a bordo di un gommone, in questo caso Zar Formenti, motorizzato con una coppia di Suzuki 200 hp identici a quelli che stanno attraversando l’Atlantico.

Il Suzuki 200 hp identico a quello che compone la coppia di fuoribordo con cui Sergio Davì sta attraversando l’Atlantico

Allora Paolo, come è possibile avere un’autonomia tale da potere attraversare tutto l’oceano Atlantico?

La domanda centra il motivo della scelta di questo fuoribordo da parte di Sergio. Il 200 cavalli quattro cilindri è un gioielllo della tecnologia Suzuki, in quanto abbina ottime prestazioni, una notevole coppia e bassi consumi grazie al sistema lean burn. E Sergio ha bisogno proprio della più ampia autonomia possibile perchè nel tratto da Capoverde a Recife avrà a disposizione un solo rifornimento che sarà garantito dalla marina militare brasiliana.

Una bella manifestazione di fiducia da parte di Sergio Davì ma anche una bella scommessa da parte vostra.

Ormai sono finiti i tempi in cui le case in generale devono dimostrare l’affidabilità dei motori attraverso i raid e Suzuki non ha bisogno certamente di dimostrare l’affidabilità dei suoi motori. In questo caso l’asticella si è alzata. Questi motori devono garantire altro, ossia un’affidabilità che va oltre lo standard e dei consumi eccellenti. In Atlantico non si può sbagliare. In questo caso Sergio ha solo una sola possibilità di rifornimento e tutto deve andare per il meglio. La certezza che abbiamo sulle qualità del motore ha condotto Sergio verso la scelta di Suzuki e convinto noi a fornire i due 200 cavalli per questa impresa.

Certamente ci terremo informati sullo sviluppo di questa impresa ma ora ne approfittiamp per passare dalle onde dell’oceano a quelle dei mercati. Che lettura può dare della situazione attuale?

Ormai possiamo dire che il mercato è in ripresa. Questo è il quarto anno consecutivo in cui i segnali sono inequivocabilmente positivi per quanto riguarda i fuoribordo, soprattutto per quanto riguarda le rimotorizzazioni. In questo senso, per noi produttori di fuoribordo, i segnali della crescita sono arrivati prima rispetto ad altri comparti della nautica. Quest’anno stiamo assistendo anche ad un incremento del comparto delle nuove imbarcazioni e questo è un segno positivo per tutta la nautica.

 

 

 

Nico Caponetto

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