Sylvie Ernoult e il Cannes Yachting Festival: storia di un successo

The boat show must go on! In occasione della quarantacinquesima edizione dello Yachting Festival di Cannes, di cui The International Yachting Media è media partner ufficiale, la direttrice Sylvie Ernoult conferma ancora una volta la portata internazionale e d’innovazione del salone nautico più importante d’Europa, nonché il primo della stagione 2022. Ne parliamo con la stessa Sylvie Ernoult, che abbiamo intervistato.

Sylvie Ernoult, da quasi dieci anni lei è la direttrice di uno dei più importanti saloni nautici del mondo. Quali sono i valori che vi spingono a promuovere questo evento?

«Per prima cosa ci deve essere la passione. Dopo aver passato la maggior parte della mia carriera a lavorare con i marinai e nel settore dello yachting, provo un profondo rispetto per tutte le persone che stanno in mare e che sono animate da una comune passione. Condividere una passione è una delle cose più potenti che esistano e ciò non accade in tutte le professioni.
Il secondo aspetto importante di questo mestiere di organizzatore fieristico è il lavoro di squadra. Il Cannes Yachting Festival è una macchina talmente grande e complessa da assemblare, che non solo c’è bisogno di esperti in ogni settore, ma questi devono saper comunicare tra di loro. Il mio lavoro è assimilabile a quello di un direttore d’orchestra: li metto in musica, se così posso dire, per dare il via alle danze, per realizzare il tutto e per fare in modo che l’evento sia un successo sia per i nostri espositori che per i nostri visitatori.
La grandezza di questo salone è del tutto sproporzionata rispetto al numero di persone che lavorano nella mia squadra, ma non ho bisogno di diecimila esperti; il team funziona perché tutti gli operatori comunicano e si completano forti della stessa passione: è questa la chiave principale del successo della fiera.
Il mio ruolo nel gruppo è quello di leader e responsabile, ed è un vero piacere lavorare in queste condizioni umanamente e tecnicamente significative. Organizzare una fiera come lo Yachting Festival di Cannes richiede una grande polivalenza, è come gestire una PMI; la complessità sta nel sapere di cosa si parla con tutte le parti interessate. Bisogna avere delle buone conoscenze tecniche in fatto di nautica, sicurezza, logistica e persino sottomarine per collaborare con i sommozzatori di porto; bisogna tenere conto degli aspetti legati alla comunicazione e al commerciale; bisogna stare al passo con i clienti e con gli espositori.
Un altro aspetto del lavoro d’organizzazione è quello delle pubbliche relazioni con gli esponenti locali, da David Lisnard, il sindaco di Cannes che ci accoglie ogni anno, ai referenti del Vieux Port e del Port Canto. Quello che oggi mi sprona è il fare pratica in tutti i vari settori di competenza e il condividere i rispettivi valori con la mia squadra.
Infine, l’ultima cosa da tenere sempre a mente per chi fa questo mestiere è l’andare fino in fondo. Alla fine dei preparativi, si può finalmente inaugurare lo Yachting Festival di Cannes! Si tratta di un evento internazionale, la cui ricompensa è la grande soddisfazione alla fine di questo investimento di risorse umane, il piacere di essere al centro della scena e il vivere l’evento durante questi sei giorni, di ritrovarsi in mezzo a cinquantamila visitatori, in mezzo a tutti gli espositori e a 600 barche: è un po’ come accade nel mondo del cinema, dove durante le riprese si lavora tutti insieme per arrivare alla serata di presentazione del film. Si tratta di un mestiere che dà davvero tante soddisfazioni».

Ogni anno lo Yachting Festival di Cannes si amplia su scala internazionale. Qual è stata l’evoluzione e quali le trasformazioni di questo evento che ha potuto osservare da quando occupa la carica di direttrice?

«Mi ritengo fortunata, perché quando sono arrivata la fiera era già ben posizionata sul mercato nazionale e si distingueva anche all’estero, e per questo devo ringraziare il lodevole lavoro di chi mi ha preceduta. La mia esperienza nel mercato del lusso mi ha permesso di migliorare il lato qualitativo della fiera, per esempio con una segnaletica diversa o la moquette colorata per la pavimentazione per facilitare l’identificazione degli spazi per i visitatori; tutti aspetti che rendono la fiera elegante e di qualità. Al tempo stesso abbiamo creato la Luxury Gallery, uno spazio riservato al lusso, ma non parlo delle grandi marche che si trovano già sulla croisette, bensì dell’artigianato di lusso. Il 95% dei nostri visitatori viene a vedere le barche, ma ha più efficacia la possibilità di scoprire altri prodotti; inoltre abbiamo rinforzato il programma VIP con il service Riviera e con un immediato benvenuto all’uscita dall’elicottero sul vecchio porto di Cannes: i visitatori vengono imbarcati su una piccola barca privata per una visita esclusiva della fiera per mare dove si possono ammirare tutte le prue delle barche, è un servizio di lusso per fidelizzare i nostri ospiti più importanti.
L’ultimo aspetto importante che abbiamo migliorato è la settorializzazione degli espositori: dal momento che ci sono così tante tipologie di prodotto per la nautica, era importante classificare le varie imbarcazioni per modello e per gamma, al fine aiutare il pubblico a orientarsi e facilitare la loro ricerca. Più ci si ingrandisce, più bisogna settorializzare per fare in modo che i clienti non si perdano all’interno della fiera».

Come spiega il successo e la notorietà del Yachting Festival di Cannes negli ultimi anni? La notorietà della città di Cannes gioca un ruolo importante in questo successo?

«È vero, la città di Cannes è uno dei maggiori punti di forza di questo salone: è la location glamour della Costa Azzurra, che permette di offrire un servizio di accoglienza nei suoi bellissimi palazzi ed è raggiungibile dagli aeroporti internazionali di Nizza e Mandelieu per i jet privati. Un secondo elemento di questo successo è che a Cannes ci sono due porti e ciò ci permette di ampliare la capacità di accoglienza dei nostri espositori da 45 anni: abbiamo il Port Canto, più moderno per le barche a vela e il brokerage, e il magnifico Vieux Port, il porto storico del centro città dalla forma ottagonale, che permette al salone di espandersi al meglio. Inoltre, Cannes è il primo salone nautico dell’anno ed è qui che i cantieri presentano le novità: è come nel prêt-à-porter, un grande appuntamento da non mancare.
Infine, lo Yachting Festival è uno degli unici saloni a proporre delle prove in mare di un giorno per tutto il periodo, e questo è un punto di forza per i cantieri e per gli acquirenti, ed è un salone molto democratico: abbiamo infatti deciso di esporre piccoli, medi, grandi e maxi yacht, abbiamo il vantaggio e la forza di poter rappresentare tutte le fasce dello yachting, in un salone che è anche culturale, poiché le famiglie vengono la domenica con i bambini non solo per guardare le barche esposte, ma anche per esempio per far venir voglia ai figli di iscriversi al club di vela. Io sono cresciuta in mare, facevo parte del club di vela della mia città e i miei figli hanno fatto lo stesso. Questa cultura nautica si estende sempre più e dobbiamo farla crescere. Al Reed Expo promuoviamo l’industria nautica rappresentando un’ampia gamma di prodotti proposti dai cantieri, ma anche condividendo la passione con i nostri visitatori, non si tratta solamente di business».

Lo Yachting Festival di Cannes festeggia la sua quarantacinquesima edizione: c’è un tema particolare quest’anno, avete previsto delle novità?

«Si tratta della quarantacinquesima edizione, è vero, ma dopo due anni complicati a causa del covid. Oggi il nostro obiettivo è di rimetterci in piedi completamente e fare una fiera senza pensare alla pandemia, con tante barche in più rispetto agli anni passati e altrettanti visitatori. Quindi la quarantacinquesima edizione del salone rappresenta per me un consolidamento dei servizi e un sostegno al settore dello yachting, che deve aprirsi ai nuovi mercati come la nautica ecosostenibile, la transizione verde e le barche elettriche che, come l’anno scorso, avranno un molo dedicato e con ancora più cantieri che propongono soluzioni energetiche alternative. Inoltre abbiamo investito molto nel miglioramento delle infrastrutture d’accoglienza e nella sicurezza in fiera. Oggi il salone è rappresentato per un terzo dai cantieri francesi, per un terzo da quelli italiani e per un terzo dal mondo intero, dato che fornisce un campione molto rappresentativo del mercato mondiale».

La nautica guarda sempre più all’ecosostenibilità. Quali sono le vostre accortezze in merito, all’interno della fiera?

«Per quel che riguarda l’organizzazione, abbiamo una policy di ecosostenibilità da seguire che comprende l’eliminazione della carta stampata, la digitalizzazione dei biglietti d’ingresso e delle brochures e la riduzione degli imballaggi. Inoltre in fiera si lavora con materiali riciclabili e abbiamo compiuto un enorme sforzo nella gestione dei rifiuti diffirenziati all’interno del salone. Tutto questo viene fatto in collaborazione con i nostri espositori, i quali tengono molto a questo aspetto. Un’altra buona pratica è la pulizia dei porti: gli espositori devono trattare le loro acque, e noi mettiamo a loro disposizione dei fornitori appositi. Siamo molto esigenti anche con i nostri ristoratori, che devono proporre prodotti locali e di stagione, un piatto vegetariano al giorno, ed eliminare la plastica quanto più possibile. Infine, tutto il sistema di illuminazione del salone è a led. È un immenso lavoro collettivo che non può essere svolto dai singoli, bensì insieme a tutti gli attori in campo».

Il mercato dello yachting è in espansione continua nonostante il covid e l’aumento dei costi di produzione imposti dai cantieri di fronte alla situazione economica mondiale. Quale sarà per voi l’evoluzione del mercato della nautica nei prossimi anni? E quale sarà l’obiettivo di Sylvie Ernoult e del salone di Cannes per il 2023?

«È evidente che il covid abbia apportato alla nautica un nuovo pubblico, poiché i cantieri hanno sempre più nuovi clienti. È vero che la situazione economica è complessa, ma penso che l’entusiasmo continuerà a esserci. La vera questione rispetto al mercato è che vengono fatti dei reali sforzi per la ricerca e lo sviluppo ecosostenibile, e per la motorizzazione ibrida o elettrica. Tutti i cantieri vogliono proporre dei nuovi prodotti e vogliono aprirsi ai nuovi mercati. Io credo nel progresso e sono convinta di poter continuare a promuovere lo Yachting Festival di Cannes ancora a lungo, poiché davanti a noi abbiamo ancora degli anni molto interessanti per la nautica. È chiaro che il cambiamento si realizza più facilmente nell’industria automobilistica che non in quella nautica, ma per esempio, l’idrogeno per i traghetti o per le navi mercantili in Bretagna si sta muovendo. Siamo di fronte a una vera sfida tecnologica, una vera scommessa per il futuro. Questo mercato si apre a dei nuovi fruitori, per esempio chi ama il mare ma non sa andare in barca può usare il catamarano a motore».

Grazie infinite Sylvie Ernoult per aver condiviso il suo know-how e la sua passione per lo yachting e il mare. Vuole concludere con un messaggio particolare?

«Devo ammettere di essere fortunata di poter organizzare questo salone. L’industria dello yachting gode di ottima salute perché nel mestiere che facciamo ci sono sostegno e sviluppo insieme, ed è davvero una grande soddisfazione. Ci sono tanti altri settori che si sono rialzati con più fatica da questo periodo di covid, e bisogna sempre guardare a chi è penalizzato, è una regola generale importante nella vita. Alcune industrie ci mettono dai 3 ai 5 anni a riprendersi, mentre noi abbiamo avuto la fortuna di poter proseguire subito con il nostro lavoro, quindi ciò che mi sento di dire è ottimo lavoro e grazie a tutto il mondo della nautica!»

Il programma completo del Cannes Yachting Festival si trova su www.cannesyachtingfestival.com

Redazione

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