“Una cattura splendida, questa è l’origine di quest’articolo. Chiacchierando al telefono con l’irrefrenabile Capitan Pastacaldi non ho resistito alla tentazione di chiedergli di scrivere per The International Yachting Media l’identikit della Leccia, affinchè anche altri pescatori possano cimentarsi con successo nella caccia a questo magnifico pesce.”
Con la bella stagione alle porte, il nostro intento è quello di darvi un po’ di informazioni sui pesci che popolano le acque attorno allo stivale, in modo che possiate anche voi avere in canna un “Big Fish”del tricolore..
Il mare nostrum è popolato da 3 tipi di Leccia, ma noi andremo a approfondire le caratteristiche morfologiche del pesce più grande, sportivo e divertente del sottocosta: la “Leccia Amia”.
LECCIA AMIA: Fa parte della famiglia dei carangidi; è un pesce pelagico con abitudini gregarie. Ha un corpo slanciato e molto compresso lateralmente con una linea pronunciata su ambedue i fianchi.
La colorazione è argentea con sfumature verde plumbeo sul dorso. Le pinne sono scure e posizionate così: l’anteriore dorsale è molto alta accompagna da corte e robuste spine; le pettorali e le ventrali sono limitate e tozze, mentre la caudale è allungata e biforcuta. E’ un pesce ricercato dai pescatori sportivi, soprattutto per la grande combattività; non è raro allamare esemplari di oltre 30 chilogrammi. Sotto un aspetto culinario è bene sapere che le carni sono bianche, compatte e veramente gustose.
Una precisazione: in diverse regioni d’Italia, data la netta somiglianza, la leccia viene erroneamente chiamata ricciola, e la ricciola leccia….Questa diatriba ha confuso il popolo alieutico, ma basti ricordare che la leccia a differenza della ricciola, oltre ad avere per il palato dei pescatori caratteristiche organolettiche diverse; viene pescata per lo più su fondali sabbiosi in prossimità di sbocchi d’acqua dolce e durante il combattimento, rispetto alla cugina, compie fughe velocissime a pelo d’acqua dove spesso fa incredibili e spettacolari guizzi.
Vigorosa, affascinante, è una delle prede sportive per eccellenza sempre se insidiata sportivamente. Da primavera ad autunno inoltrato ama vivere a stretto contatto delle coste attorno allo stivale.
La nostra passione è da sempre la traina e quindi perché non parlare subito del pesce più combattente del sottocosta. Per insidiare la BIG leccia amia bisogna unicamente trainare un’esca guizzante viva, come una muggine, un sugarello o un’aguglia.
In parole povere anche se sembra un metodo un po’ crudele (ma va capito noi siam pescatori con la “P” maiuscola) questi suddetti “vivi” si innescano con uno o più ami senza lederne la vitalità e si filano in mare, quindi si lasciano nuotare sinuosamente in superficie e, a una velocità di un nodo e mezzo, si inizia a girovagare nel sottocosta(l’innesco però sarà argomento di un prossimo articolo).
Pescando a galla ad una distanza variabile attorno ai 30 metri dalla poppa non abbiamo bisogno di scandagli ne di rotte mirate.. E’ una tecnica propizia che si può effettuare a tutte le ore della giornata con qualsiasi imbarcazione. Un gabbiano, uno sbuffo, un cerchio concentrico in acqua è sinonimo di pesci in caccia; starà a noi passare nelle vicinanze.
Possiamo trainare ore come minuti.. L’abboccata non è al 100% garantita ma quando la leccia abbocca sarà il cicalino del vostro rotante a dare l’allarme e che allarme…
Parola di capitano!
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