On test. Prestige 560, tanto spazio da portare in crociera

Fra le novità 2017 di Prestige, il 560 è quello che, viste le sue dimensioni ridotte rispetto al 630 e 680, mostra punti di interesse notevoli per le soluzioni adottate sul piano del layout interno.

Il “piccolo” del trio, viene al mondo dovendo sostenere il confronto con il successo del predecessore che va a sostituire, il 550, costruito in 140 esemplari. Del modello precedente ha mantenuto le linee esterne originali, mentre gli interni sono stati rivisitati. Anche la propulsione è stata modificata  con due Cummins Zeus 600 con flaps integrati.

Quello che rimane costante è la cifra di italianità che anche questo nuovo modello del cantiere francese porta impressa. Ancora una volta infatti, ci sono Vittorio e Camillo Garroni  a definire il design di questo modello insieme allo studio J&J design.

La barca

Il Prestige 560, con i suoi 18,22 metri, è più lungo, rispetto al suo predecessore, di 35 centimetri, ricavati soprattutto dalla plancia di poppa che è stata allungata. Altra modifica evidente, per quanto riguarda gli esterni, sono gli oblò, divenuti vere e proprie finestrature allungate che contribuiscono a slanciare e rendere più sportive le linee di questo yacht. Diversi sono gli elementi che definiscono il carattere mediterraneo della barca. Primo fra tutti, lo spazio a disposizione all’esterno, dove troviamo, sia sul fly che sulla prua, ampi prendisole e aree di convivialità. Nonostante gli spazi interni siano confortevoli e concepiti per un utilizzo in tutte le stagioni, anche quella sorta di continuità fra il pozzetto e il living sembra suggerire con forza l’idea di una barca concepita per navigare in zone con temperature miti, il più possibile a contatto con l’aria aperta e la natura.

Esterni

Dalla grande plancia di poppa si accede a un pozzetto di medie dimensioni, arredato con il classico divano poggiato sullo specchio di poppa. Come dicevamo, il valore del pozzetto sta nella buona accessibilità agli interni attraverso una grande porta scorrevole che conduce alla zona cucina del salone interno. L’insieme appare come uno spazio unico, dove cucina e pozzetto, mantenendo tutto aperto, sembrano essere l’uno l’estensione dell’altra.

Percorsi i passavanti, si arriva a prua, dove è stato collocato un grande prendisole. Il passaggio è largo poco più di 30 centimetri visto che la scelta è stata quella di lasciare il massimo del volume disponibile a favore del living, ma realmente molto protetto da una battagliola alta oltre 70 centimetri e, soprattutto, robusta.

La zona prodiera è in gran parte occupata dal prendisole. Ciononostante, non manca lo spazio di manovra, sia per il passaggio, sia all’estrema prua per le operazioni di ancoraggio.

Ma quello che ci ha colpito di più è senza dubbio il fly bridge. E’ infatti qui che i designer hanno saputo ricavare soluzioni abitative davvero significative.

Una volta saliti attraverso la scala collocata in pozzetto sulla sinistra, ci si trova in uno spazio concettualmente separato in tre zone distinte. Ricavate su un’area ampia, visto che il ponte si sviluppa dalla parte prodiera, in corrispondenza con il parabrezza, fino alla zona verso l’estrema poppa che copre tutto il pozzetto sottostante.

Subito a dritta, un divano a U avvolge un tavolo da pranzo che promette cene con vista mare di buon livello, considerando che il fly può contare su una cucina attrezzata con frigo, piastra e lavello. Quindi, la plancia di comando, servita da una seduta a due posti. E infine, un’altra zona relax ricavata a dritta della postazione di guida e lungo tutto il profilo interno del parabrezza.

Interni

L’impostazione degli spazi interni ricalca quella del 550, sia per numero di cabine e bagni, due doppie e una con letti singoli più due bagni, sia per quanto riguarda la loro disposizione. Quello che ha subito una sostanziale modifica, è il livello di eleganza, la qualità dei materiali, il gusto nell’associare colori e essenze. In linea con quanto accade su tutte le gamme del cantiere francese, anche nel settore delle barche a vela, si assiste a un balzo in avanti sul piano del gusto e della qualità quando si parla di arredi. Il prestige 560 non fa eccezione, mettendo a disposizione un connubio che pare vincente: una razionale e indovinata organizzazione degli spazi, associata ad un’ eleganza molto sobria e ricercata.

La cucina, arredata e organizzata in modo molto efficace, accoglie l’ospite oltre la porta di ingresso cui si accede dal pozzetto. Come detto è un ambiente che viene percepito in modo separato dal salone, ma in stretta comunicazione e non solo per la sua contiguità. Il quadrato è arredato con un divano sulla murata di dritta, e un divano a U con tavolo sulla sinistra.

Due gli accessi alla zona notte. Il primo è collocato sulla dritta rispetto alla cucina. Si tratta della discesa al ponte inferiore dove si trova la bella cabina dell’armatore. Collocata a centro barca, sfrutta il baglio massimo per ottenere grandi volumi che accolgono un arredamento  caldo e accogliente. I servizi e la doccia sono interni alla stanza.

L’altro accesso si trova a sinistra della plancia di comando e conduce verso la cabina matrimoniale vip collocata a prua e quella ospiti con due letti singoli. Le due cabine condividono lo stesso bagno.

Una cabina dedicata al marinaio è accessibile da poppa.

Prova in mare

Abbiamo già sottolineato il carattere mediterraneo e croceristico di questo yacht. La motorizzazione scelta, ossia due Cummins 600 hp con trasmissioni Zeus, è totalmente in linea con con questa forte caratterizzazione del Prestige 560. Una scelta che ha come primo obiettivo quello di contenere i consumi. Un vantaggio sia sul piano economico sia su quello dell’autonomia, un po’ “pagato” sul piano del brio. Anche affondando le manette di colpo, l’acccelerazione è progressiva e senza lo strappo inziale tipico di motorizzazioni più potenti. A nostro avviso si tratta di un pregio e non di un limite, proprio in ragione del carattere croceristico della barca.

Il test in mare ha messo in evidenza, in questo senso, una grande coerenza: buoni consumi, una veloctà massima di tutto rispetto, sopra i trenta nodi, una conduzione semplice e facile, una accelerazione discreta.

Abbiamo testato il comportamento della carena con accosti repentini e successivi, registrando un’ ondulazione lenta e controllata, senza accenni a imbardate o a innescare movimenti a pendolo incontrollati. Quindi una buona stabilità. Le virate strette non sono il suo forte, ma lavorando un po’ con le manette, si riesce a compiere un 360 gradi con un raggio più che dignitoso.

In crociera si stabilizza ad una velocità intorno ai 23 nodi con un consumo che sfiora i 160 litri, mentre la planata la si raggiunge in 10 secondi a 16 nodi.

Molto efficace la funzione Gps Skyhood, chiamata anche “ancora elettronica” perchè riesce a mantenere l’imbarcazione ferma, grazie a un uso elettronico dei propulsori, nella posizione registrata del gps nel momento in cui si aziona la funzione stessa. Provata con aria fresca, abbiamo simulato una sosta sul posto in attesa del nostro turno al distributore, e gli scostamenti della barca erano realmente infinitesimali.

Motorizzazione – Due  Cummins 600 hp con trasmissioni Zeus

 

Giri/min Velocità in nodi Consumi l/h
1500 9.8 38
2200 15.7 120.5
2400 19 142
2500 crociera 24 160
3000 max 30.5 240

Condizioni della prova

La prova è stata effettuata nel golfo di Cannes in calma di vento, mare calmo, cinque persone a bordo, acqua 100% carburante 30%.

 

Scheda Tecnica

Lunghezza fuori tutto 18,22 mt
Larghezza 4,79 mt
Immersione 1,17mt
Dislocamento 17.700 Kg
Cabine 3 più skipper
Serbatoio acqua 800 lt
Serbatoio carburante 2200 lt
Motorizzazione CUMMINS 2 x QSC 8.3 600 CV ZEUS
Velocità max 30.5 kts
Velocità crociera 24 kts
Velocità planata 16 kts
Autonomia 280 nm
Categoria CE B-12 / C-14

 

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Nico Caponetto

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