Traina d’altura. dritte e regole fondamentali

Riunioni, lavoro, famiglia, casa…tutti noi sappiamo che trovare il tempo per andare a farci una bella giornata di pesca non è semplice, tanto più se si tratta della traina d’altura a qualche miglio dalla costa, vale quindi la pena fare in modo che la battuta sia proficua, e perché no, pure divertente!

In questo articolo vi farò partecipi della mia esperienza nella disciplina della traina d’ altura, si tratta di alcune dritte, regole fondamentali e qualche segreto che con estremo piacere vi rivelerò.

L’obbiettivo è solitamente il Bluefin, ovvero il tonno rosso, il grande predatore dei mari. Si tratta di uno dei pesci più grandi che solcano gli oceani e può raggiungere i 400 chilogrammi di peso. Purtroppo esemplari di tali dimensioni sono ormai divenuti rarissimi e non di semplice cattura con la traina, come pescatori sportivi ci possiamo accontentare di quelli definiti “di branco” di dimensioni assai più modeste e decisamente più abbordabili in questa pratica. I tonni di branco si spostano in banchi composti da numerosi esemplari e sono efficacemente sedotti dalle esche artificiali.

 

Prima di uscire a caccia di tonni da branco con la traina è necessario avere le idee ben chiare e studiare le batimetriche per decidere consapevolmente le zone di pesca. Non ci si dovrebbe basare sugli avvistamenti reali o riferiti, che spesso non si rivelano affidabili ai fini delle catture, ma sulle batimetriche da seguire.
Gli spostamenti di questi pesci avvengono prevalentemente intorno alle batimetriche dei 1000 metri, salvo eccezioni date dalle caratteristiche dell’area geografica. Individuare la zona è fondamentale, una volta trovata la si può sfruttare per tutta stagione di pesca con ottimi risultati.
La periodicità ha la sua importanza, solitamente il maggiore passaggio di tonni avviene da metà estate a inizio autunno ma ci sono zone come il basso Adriatico e lo Ionio in cui già in primavera è possibile avere la prima allamata.

 

Ora valutiamo l’attrezzatura adeguata partendo dalle esche. Esistono le esche superficiali che si preferiscono quando si avvertono movimenti sul pelo dell’acqua e le esche affondanti preferibili quando si traina al senza scorgere segnali di attività predatoria sulla superficie.

I colori hanno la loro importanza, l’esperienza ci ha insegnato che in talune situazioni alcuni colori sono nettamente preferiti dalle prede rispetto ad altri: portiamoci dietro una buona varietà di tonalità.

Quando si usano le esche di superficie l’accessorio che si è rivelato fondamentale, è il teaser a barra. Il richiamo che viene emanato ha dato risultati entusiasmanti, più volte è successo che si riuscisse a ferrare solo sulle esche trainate nelle sue immediate vicinanze.
Il teaser dovrebbe essere calato al centro della poppa e al termine della scia dei motori, in modo da continuare la scia di schiuma creata dalla barca. A distanza di qualche metro si calano le due esche più vicine (meglio teste bubble o Jet). A distanza di circa 15-20 metri da quest’ultime si calano le esche affondanti (consigliabili minnow da 15-18 cm). Se sull’imbarcazione sono installati i divergenti, è consigliabile calare altre due esche a distanza di circa 35-45 metri dalle precedenti (in questo caso suggerirei jet o Kona). Per verificare la reale distanza delle esche è consigliabile l’utilizzo delle lenze multicolore.

Nel caso non si abbia il teaser a barra, anche con due teaser composti da aeroplanino o topolino e fila di octopus, è possibile avere buoni risultati.

La traina con le esche affondanti, è invece più semplice ed elegante. Le canne si posizionano con vertice a poppa e il teaser non è così fondamentale. Se il mare è formato è necessario tenere presente che il minnow ad una certa velocità tendono ad uscire dall’acqua, si suggerisce pertanto di abbassare le lenze verso il pelo dell’acqua utilizzando un porta canna orizzontale o le così dette pinze di sgancio.
Un accorgimento che utilizzo sulle esche è di cambiare gli ancorotti con ami a occhiello dritto, questo aiuta nella fase di rilascio del pesce (nel caso di auspicata cattura) oltre a migliorare l’azione dell’artificiale durante la traina. Bisogna ricordarsi di far passare le esche interne sotto le esche esterne, specialmente se si intende fare curve strette, di rilevante importanza è la valutazione della distanza delle canne e l’altezza delle stesse. Pescare con più canne senza dubbio aumenta le probabilità di successo ma non possiamo rischiare che le lenze si ingarbuglino: evitiamo di fare un groppo proprio sul più bello.

Giunti quindi sul luogo prescelto, si calano le esche e ci si mette in pesca a una velocità di circa 6-8 nodi tenendo sempre presente i movimenti dei minnow con l’onda formata. Controllata la posizione di tutte le esche si procede seguendo il Plotter di bordo tracciando delle linee parallele che seguano le batimetriche. Fondamentalmente si “ispeziona” il rettangolo delimitato dalle linee tracciate sulla carta elettronica.
Per tutta la durata della battuta si consiglia di tenere d’occhio l’Ecoscandaglio Raymarine impostato con una scala fino a 40 metri, in questo modo avremo una visione ottimale di ciò che nasconde il fondale.
Infine, quando avremo agganciato il famigerato tonno, gli accessori non fondamentali ma che si rivelano estremamente utili sono la cintura di combattimento e sicuramente una buona pinza per il rilascio.

Nella speranza di aver dato buoni consigli e dissolto i dubbi di qualcuno auguro a tutti buon mare a tutti. Amatelo e non sfidatelo ☺!

Daniele Lambertini

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