È la nave più bella del mondo. È italiana e sta facendo, dopo un lungo e impegnativo restauro, il giro della nostra penisola per celebrare il suo 85esimo compleanno. Inconfondibili i suoi fregi a prua e l’arabesco di poppa in legno ricoperti di foglia d’oro zecchino.
Stiamo parlando della Amerigo Vespucci. La nave scuola della Marina militare italiana.
Durante questa sua campagna sul mare, iniziata a La Spezia il 2 marzo, sta anche promuovendo la candidatura olimpica di Roma 2024. Già nel 1960, anno in cui Roma ospitò le olimpiadi, la Vespucci aveva fatto da ambasciatrice trasportando la fiaccola olimpica dal porto del Pireo fino alle coste italiane.
La cosa che rende ancora più interessante questa campagna è che durante le soste la nave è aperta al pubblico. E la possibilità di salire a bordo della nave scuola più famosa della nostra Marina militare non capita spesso.
La prossima tappa sarà a Genova dal 10 al 13 giugno. Poi andrà a La Spezia dal 13 giugno al 24, a Napoli dal 27 giugno al 2 luglio per poi terminare la sua navigazione a Livorno il 4 luglio.
Finita così la prima fase delle celebrazioni la Vespucci si preparerà alla seconda: con gli allievi dell’Accademia navale farà rotta per una campagna addestrativa in Mediterraneo e nel Nord Europa.
La Vespucci è stata varata a Castellammare di Stabia nel 1931, è un veliero lungo 101 metri, larga 15,5, con un pescaggio di 7,3 metri e un dislocamento di circa 4000 tonnellate. È universalmente conosciuta come la “nave più bella del Mondo” e viene usata per l’addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia navale di Livorno. Dal dicembre 2013 è stata in cantiere a La Spezia per una serie di grandi lavori di riammodernamento che riguardano le sistemazioni logistiche, l’attrezzatura velica, gli impianti e l’apparato propulsivo. Tutti interventi che contribuiranno ad allungare la vita della nave.
La Vespucci è “armata a nave”, quindi con tre alberi, trinchetto, maestra e mezzana, alti rispettivamente 50, 54 e 43 metri, tutti con pennoni e vele quadre, oltre al bompresso che è a tutti gli effetti un quarto albero. In più una serie di vele di taglio: i fiocchi fra il bompresso e il trinchetto, gli stralli, fra trinchetto e maestra e fra maestra e mezzana, e la randa, con boma e picco, sulla mezzana. Per un totale di 24 vele e circa 2.635 metri quadrati di tela.
Lo scafo a tre ponti è in lamiere di acciaio di vario spessore (da 12 a 16 mm), collegate mediante chiodatura alle costole, che costituiscono assieme alla chiglia e ai bagli l’ossatura della nave. L’impermeabilità è assicurata dallo stretto contatto fra metallo e metallo, fortemente compressi dalla fitta chiodatura, che deve essere quindi realizzata a regola d’arte.
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