Tutti in mare a vedere il Covid affogare: si salvi chi può!
Se invece mi rivolgo a tutti coloro, e sono molti, che leggono questo blog senza essere armatori, nemmeno skipper e neppure marinai casualmente imbarcati, la soluzione delle prossime ferie estive diventerà un rebus.
Ho letto su un’autorevole testata che quest’anno le escursioni in alta montagna saranno gettonatissime perché garantiranno – staremo poi a vedere – di essere lontani dagli assembramenti. L’ho già detto, e forse l’ho anche già scritto da qualche parte, che per chi resterà a quote bassissime sarà più igienico stare IN mare piuttosto che andare AL mare.
Si accosterà una delle almeno quattro autorità che imperversano in mare (speriamo una alla volta) che verranno a controllare se l’equipaggio o la compagnia dell’armatore rientra nella tipologia del gruppo familiare, approfondendo se eventuali parenti e affini siano conviventi o meno (un figlio o figlia maritati che vivono altrove possono stare a bordo con papà?) oppure, se ricongiunti per l’occasione, si sono portati appresso i rispettivi coniugi, volgarmente detti “congiunti”. Ma con chi? Tra di loro o con l’armatore?
Beh, tralascio quali dovranno essere le prove che dovranno essere esibite per dimostrare la “congiunzione“ o “gli affetti stabili” per quell’armatore separato, vedovo o single (e tralascio anche l’affettuoso fedifrago) che si accompagni ad altro o altra persona aspirante di diventare la prossima metà della sua vita. Ci voleva il Covid-19 per ristabilire finalmente ordine negli affetti e nei rapporti interpersonali.
Quest’anno chi esporrà il famoso “bollino blu”, che certifica l’avvenuto controllo a bordo, sarà additato come un equipaggio strettamente familiare o formato da legittimi “conviventi“ congiunti da indiscutibili “affetti stabili” e quella imbarcazione potrà essere additata quale perfetto modello anti Covid 19, esente da qualsiasi altro controllo futuro e ufficialmente certificato al di sopra di ogni sospetto anche di natura morale.
Egli si avventurerà per gli irti sentieri, superando solitarie strade ferrate o lascerà la traccia dei suoi passi ai bordi dei residui ghiacciai senza che alcuno mai osi chiedere a lui o al suo capogita se nello zaino disponga di una cassettina per il pronto soccorso, del siero anti-vipera, del caschetto per qualche mini frana, di un vhf o di altro mezzo di segnalazione se il cellulare non avrà campo, e soprattutto se le scarpette di ginnastica, o peggio indossate da qualche escursionista, abbiano la certificazione RINA per sostituire in piena sicurezza gli scarponi da roccia.
Invece, per le nostre cazzate in mare, si deve fare la denuncia di “evento straordinario” e, dopo il “ mea culpa”, ci scappano sempre i provvedimenti amministrativi. Minimo è il ritiro della licenza di navigazione.
Nonostante solo i marinai respirino abbondante iodio e così accrescano, si dice, l’intelligenza, solo essi rimangono sotto la stretta tutela paternalistica delle autorità competenti che, bontà loro, rendono esenti tutti i montanari e, ancor peggio, gli sciatori.
Ho leggermente divagato e dal tema sono andato fuori come appunto si desidera ormai da lungo tempo andar “fuori”, o meglio uscire in libertà.
Per concludere, e per quanto riguarda chi potrà navigare, il mio consiglio è che sarà meglio andare IN mare piuttosto che AL mare. Tutti in mare, dunque, perché basterà un miglio dalla costa per avere la certezza che il Coronavirus non sa nuotare.
Buon vento.
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Bell articolo, molto ben scritto, ho avvertito e apprezzato l ironia. Sono in grecia da novembre, a creta, il lockdown è stato gestito benissimo, non c'è ne siamo quasi accorti. Da domani aprono alla navigazione, senza limiti, non mi passa per la mente di tornare in Italia. Non riesco a immaginare stranieri navigatori che decidano di farlo..