Il Presidente di Sea Crowd Augusto Vecchi e Luca D’Ambrosio, Presidente dell’incubatore Net2Web e di The International Yachting Media (di cui Tuttobarche costituisce la versione italiana), hanno siglato oggi un accordo di collaborazione.
Sea Crowd Srl è la prima società di fintech in Europa a occuparsi esclusivamente di progetti riguardanti il mare e la blue economy. Costituita nel 2016 la società opera con la formula del crowdfunding based, ovvero raccogliere fondi per lanciare progetti innovativi nel settore nautico, promuovendoli mediante campagne di sostegno o di prevendita, attirando l’attenzione degli utenti con la convenienza economica e l’emozione tipica del crowfounding. Il capitale raccolto servirà poi per avviare la produzione seriale.
Il primo progetto è stato relativo alla fornitura di una nuova imbarcazione per la Canottieri Velocior 1883 di La Spezia, team che conta circa venti atleti con disabilità intellettiva. Un impegno atipico, che ha testato da subito la risposta del pubblico digitale.
Interessanti anchele proposte successive, concentrate stavolta sulla blue economy. Gli esempi migliori sono la barca a vela ecosostenibile Zen Sail Style e il motore marino a ingegneria diesel MPT.
L’ultimo progetto, attualmente in fase di crowdfunding, ha invece come obiettivo lanciare una moda nel settore nautico: si tratta del Paracool, il parabordo scaramantico a forma di peperoncino portafortuna sul quale abbiamo gia scritto un primo articolo.
Sea Crowd Srl è molto attiva e riceve di continuo nuove proposte, che vengono selezionate da un team esperto al fine di valutarne il potenziale. Il crowdfunding nautico potrà quindi portare sul mercato idee innovative che, a fronte dell’accordo, la redazione di The International Yachting Media pubblicherà e diffonderà in più di 200 nazioni nel mondo attraverso i suoi portali internazionali: Tuttobarche, Boatandboats e Todoslosbarcos.
“Sostengo che fare network sia fondamentale. La sinergia che si è creata con Net2Web e di conseguenza con International Yachting Media è importante perché va a implementare l’ecosistema nel settore nautico che Sea Crowd da tempo ha iniziato a creare grazie alle partnership con importanti operatori finanziari, università, Confindustria, aziende e il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, portano un valore aggiunto non trascurabile rispetto alle altre piattaforme di crowfounding.
Ci racconta Augusto Vecchi, fondatore ed artefice del successo di Sea Crowd
Per creare una piattaforma non ci vuole molto, è sufficiente avere qualche decina di migliaia di euro da investire. Ma un progetto di tale portata non può iniziare da un giorno all’altro e funzionare, bisogna dedicarci tempo, saper costruire un modello di business convincente, avvalersi di professionisti per presentarlo e comunicatori esperti in marketing per diffonderlo.
Con il network International Yachting Media potremo portare le nostre proposte anche all’estero e avere maggiore visibilità. Da parte nostra possiamo fornire notizie in anteprima su progetti esclusivi, Tuttobarche ci offre quindi l’importante supporto della sua visibilità. Ci risulta che siate i numeri uno in Europa, se non nel mondo.
Oltre a essere un incubatore di alto livello, Net2Web è un partner in Lombardia con uno loft dedicato al co-working per le startup. Per noi è molto comodo, risulta più facile dare garanzie a chi ci chiede di avere un riferimento in zona. Se qualche cliente ha bisogno di informazioni, sappiamo di poterci appoggiare a una realtà seria e competente”.
Come detto in precedenza, Sea Crowd Srl presta particolare attenzione alla blue economy. Quali sono le strade percorribili nel prossimo futuro in questo settore?
“Noi curiamo con attenzione tutto ciò che riguarda l’innovazione, non solo la blue economy. Analizziamo i progetti innovativi nel campo nautico e navale, auspichiamo uno sviluppo in tutto il settore. Gli ultimi dati parlano di una crescita dell’economia del mare in generale, la speranza è che il trend positivo si mantenga”.
Quando avete iniziato il primo progetto, che cosa vi aspettavate dal pubblico?
“Quando abbiamo fondato Sea Crowd Srl, sapevamo che il mercato italiano era prematuro per iniziative etiche e sociali, prevendita compresa. Infatti in prospettiva promuoveremo progetti più rilevanti, me ne sono arrivati circa 26 che chiedono un totale di circa 4,5 milioni di euro.Il nostro board tecnico dovrà terminare di analizzarli e vidimare i progetti ritenuti profittevoli in modo da sottoporli a investitori e ai partner finanziari, società di venture capital e business angels che hanno già sottoscritto accordi con Sea Crowd”.
Quindi se io avessi un’idea da lanciare con il crowdfunding, quali caratteristiche dovrebbe avere per essere presa in considerazione da Sea Crowd Srl?
“Prima di tutto, considerate che noi ad oggi siamo operativi con la prevendita. Per progetti di donazione ci dobbiamo incontrare con i responsabili dell’ENEA, con cui stiamo pensando a un progetto di tutela per l’ambiente marino. In questo caso si tratterebbe di donazione. La prevendita invece è preferibile che sia rivolta ad un target giovanile, che è senza dubbio più attento all’innovazione e predisposto a pagamenti attraverso dispositivi mobili. Inoltre deve offrire novità ad un prezzo allettante per permettere il lancio del prodotto sul mercato.
In sintesi, dev’essere un progetto innovativo riguardante la nautica che costi poco e rappresenti una novità. Con la prevendita si può avere un riscontro immediato nel target di riferimento. L’utente italiano è riluttante di natura ai costi elevati, ecco perchè consigliamo di lanciare il prodotto scontato del 70% rispetto a quello che sarà il listino una volta che l’articolo sarà immesso sul mercato“.
“Negli ultimi anni mi sono occupato solo di fintech e ho notato che sempre più startup nascono per proporre piattaforme verticali, non più generaliste ma specialistiche. Ne avevo già creata una in Svizzera unica nel suo settore, ora Sea Crowd è la prima dedicata esclusivamente al mare. Al momento siamo gli unici attori sul mercato, anche se sono convinto che a breve avremo competitor”.
Esprime soddisfazione per l’accordo anche Luca D’Ambrosio, fondatore di Net2Web e di The International Yachting Media. È lui a spiegarci come sia nata la partnership:
“L’accordo nasce dalle nostre reciproche esperienze professionali, abbiamo entrambi un passato importante nell’editoria e nelle nuove tecnologie. Siamo inoltre i leade, nella nautica, dei nostri rispettivi mercati, noi con The International Yachting Media, loro con Sea Crowd che è l’unica piattaforma di crowdfunding del settore nautico in Europa, in pratica non ha concorrenza”.
Voi invece ne avete di concorrenza, e parecchia…
“In realtà non ne abbiamo moltissima. Sotto il profilo tecnologico, di contenuti e di diffusione siamo avanti ai nostri competitor di circa 18 mesi. Certo non ci stanno a guardare, ma noi abbiamo in serbo nuovi sviluppi che rilasceremo prima della fine dell’anno e che ci consentiranno di allungare ulteriormente le distanze”.
Tutte le aziende interessate alla partnership sono impegnate su internet e da li traggono il loro successo dall’online. Anche per questo si forma il sodalizio?
“Oggi l’online, nei nostri reciproci settori, è l’unica forma di business sostenibile che dia reali prospettive di guadagno. Questo nell’editoria è chiaro da almeno 15 anni, mentre nella finanza si parla ormai solo d’investimenti nelle start up innovative. Lo dimostra il crowdfunding ed il successo di incubatori, acceleratori e fondi d’investimento specializzati in questo settore. Anche i business angels, gli investitori forse più attenti di tutti, non vogliono altro che online per i loro investimenti”.
Luca, pochi anni fa hai raggiunto un traguardo professionale importante nell’innovazione e in particolare nell’online. Quanto conta la conoscenza, o meglio la competenza nel web?
“Il web 3.0 ha alzato l’asticella delle competenze, c’è un grande divario fra chi dice di lavorare nel web e chi ci lavora davvero. Sebbene oggi sia relativamente semplice acquisire le competenze di base per muovere i primi passi in questo mondo, il gap di conoscenza necessario per portare a termine progetti di successo è immane.
Il premio per l’innovazione tecnologica a cui fai riferimento mi era stato conferito per una web application che, consultando un motore di ricerca semantico, restituiva risultati di ricerca rilevanti e pertinenti, per un servizio che gestiva milioni di richieste al mese. Correva l’anno 2011 e ancora usavamo algoritmi fuzzy. Oggi Google e Facebook utilizzano criteri di rilevanza e pertinenza per dare traffico alle iniziative che lo meritano, scartando automaticamente quelle che non ritengono idonee. Avere competenze vere e solide in questi ambiti non è che conti, è essenziale”.
A livello personale, se volessi investire in un progetto Sea Crowd, quale sceglieresti e perché?
“Da vent’anni vado per mare a vela e, fino a qualche anno fa, mi dilettavo anche in regate d’altura. E’ quindi facile intuire perché Zen Sail sia il mio progetto preferito, sono dinghy davvero belli e credo possano avere un bel ritorno commerciale, specialmente all’estero”.
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