Figuriamoci se Uber, che non si è fatto fermare dai tassisti, poteva farsi spaventare da un po’ d’acqua… E infatti da quest’estate a Istanbul è disponibile il servizio Uber anche attraverso il Bosforo. Non è il primo servizio dell’azienda americana (o sarà il caso di chiamarla “azienda diffusa”?) in acqua – era già stato attivato un Uber-traghetto a Boston – ma è la prima volta che il servizio è continuativo e non limitato alla bella stagione.
Istanbul ha due caratteristiche troppo appetibili perchè Uber se le lasciasse scappare: un traffico congestionato su strada e una popolazione giovane molto tecnologica. Messe insieme le due cose, ecco nascere il servizio: non è molto economico passare il Bosforo con Uber, ma d’altra parte è veloce e da San Francisco hanno sempre sostenuto che i prezzi dei loro servizi li fa il mercato. Prendere una delle veloci barche associate a Uber da un molo centrale della capitale turca fino al punto di sbarco vicino all’eroporto costa circa 150 Euro; le tratte più brevi costano sui 15 Euro.
Le alternative, dicevamo, sono più economiche, ma la congestione del traffico sui ponti che attraversano il Bosforo è rinomata (Istanbul è costantemente in vetta alla classifica delle città più trafficate al mondo, con un tempo medio di permanenza in macchina superiore al necessario che va dal 58% al 109%!), e il tempo è denaro…
Qualsiasi cosa si pensi dei servizi offerti da Uber, bisogna riconoscere che è un modello altamente flessibile. A terra Istanbul si presentava come un mercato difficile, data la presenza di Bitaksi, un servizio completamente basato su applicazioni per trovare, chiamare e pagare i taxi ufficiali della città turca. Si guarda al mare, quindi, puntando sulla velocità per conquistare Istanbul, ma affidarsi a privati come per il servizio a terra poteva essere rischioso. Uber ha quindi avviato una collaborazione con la società armatrice turca Navette: non sono privati che arrotondano lo stipendio con i propri mezzi di trasporto a portarvi su e giù per il Bosforo, ma professionisti.
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