A ventiquattro ore dalla mancata intesa fra Ucina e Nautica Italiana, le due associazioni che rappresentano le aziende del comparto nautico nazionale, non si sono fatti attendere gli scambi di accuse.
Da una parte Nautica Italiana, che attribuisce la responsabilità del mancato accordo a Ucina. Secondo l’associazione imprenditoriale uscita da Confindustria in polemica con gli ex colleghi, sarebbe stato il no di Ucina ai finanziamenti già promessi dal ministero per lo Sviluppo Economico da destinare ai due saloni, quello storico di Genova e quello di Viareggio lanciato da Nautica Italiana, a far crollare l’accordo. L’obiettivo? Secondo le accuse, Ucina avrebbe rinunciato in modo unilaterale a questi soldi in modo da privare anche Nautica Italiana di questi finanziamenti.
Nella bozza d’accordo infatti, il sottosegretario Scalfarotto, che aveva riunito le parti l’ultima volta a Milano lo scorso 1 febbraio, era chiaramente scritto che i finanziamenti sarebbero arrivati alle due manifestazioni solo in caso di un’intesa.
Ucina rigetta le accuse e rilancia: la responsabilutà del fallimento degli accordi sarebbe da attribuire tutta a Nautica Italiana. Sempre nella bozza di accordo era infatti stabilito che le due associazioni avrebbero dovuto organizzare due Saloni non in concorrenza fra loro ed anzi trovare forme di collaborazione.
Secondo Ucina invece, Nautica Italiana avrebbe infranto questo vincolo promuovendo e raccogliendo adesioni, già da fine gennaio in occasione del salone di Dusseldorf, per un salone, quello di Viareggio, in aperta concorrenza, per tipologia di offerta e formule organizzative, con quello di Genova.
Un clima tuttaltro che positivo in cui i passi indietro rispetto a una possibilità di intesa che pareva essere quasi raggiunta, riportano le rispettive posizioni dietro fronti da guerra fredda, allontanando la possibilità che il comparto nautico, paradossalmente alle prese con i segnali più che concreti di una ripresa, possa trovarsi rappresentato da due associazioni, seppure divise, in grado di unire gli sforzi e gli intenti di fronte alle istituzioni e al governo.
E oggi si è fatta viva anche la Fiera di Genova, che con uno stringato comunicato sembra proporsi come terzo possibile interlocutore. In una notra infatti si legge: “Fiera di Genova ribadisce la propria disponibilità ad intraprendere un percorso di dialogo costruttivo con le Istituzioni e le Associazioni per trovare le soluzioni più idonee nell’interesse della città e del territorio e divenire pertanto l’interlocutore del Ministero dello Sviluppo Economico per la realizzazione del Salone di Genova 2017, consentendo in tal modo il ritorno di una manifestazione di rilevanza internazionale sotto la regia pubblica”.