Suona veramente laconico il comunicato stampa con cui UCINA annuncia che il tanto declamato Salone di Venezia, lanciato ad ottobre durante il Nautico di Genova (foto sopra) e che doveva svolgersi a fine aprile (organizzato da i Saloni Nautici, partecipata al 100% da Ucina) salterà.
Doveva essere la porta d’oriente della cantieristica nostrana, un salone multicentrico (sette diverse location, “un evento fatto di eventi”), doveva riprendere la formula dei grandi Boat Show della Florida. E invece non ci sarà.
Scrive così Carla Demaria, Presidente di UCINA: “Avevamo raccolto con profondo entusiasmo la sfida di organizzare un grandissimo evento dedicato alla nautica nella città più affascinante del mondo condividendo l’obiettivo della Città di Venezia di coniugare l’eccellenza della nostra industria ad una location straordinaria. La situazione di criticità della società Expo Venice ha reso, di fatto, impossibile gestire le tempistiche e gli standard che questa manifestazione deve garantire; ancor più laddove le recenti passate organizzazioni del Salone di Venezia hanno lasciato uno strascico negativo negli operatori del settore. UCINA ha il dovere di tutelare gli investimenti dei propri associati e per questa ragione, si è resa necessaria la decisione di spostare l’edizione 2016 lavorando con orizzonti temporali più lunghi e maggiori certezze operative”.
La situazione a cui si riferisce Carla Demaria si riferisce, per ultimo, al fatto che il Tribunale Civile di Venezia ha respinto la richiesta di rinvio dello sfratto intimato da Condotte, proprietaria del padiglione di Marghera Expo Venice (dove dovevano essere esposte le barche più piccole e gli accessori per il Salone di Venezia) disponendo che Expo Venice, la società di Giuseppe Mattiazzo, lasci l’immobile il 26 aprile prossimo: ci sono circa 700 mila euro di canoni non pagati. Pare che entrino nuovi investitori, circa 3 milioni di Euro, per salvare Expo Venice, ma la situazione è effettivamente critica.
Fatto sta che, a parte la mancata disponibilità della “sede a terra” del Salone di Venezia, la manifestazione stentava, da sempre a decollare, e già nelle settimane scorse si sapeva che saprebbe stata utilizzata solo una delle sette location annunciate, la più prestigiosa, quella all’Arsenale (e dove tutti, giustamente, volevano andare). Mancavano adesioni e a tagliare le gambe al Salone di Venezia c’era poi stata anche la dichiarazione, senza appello, da parte di Nautica Italiana che annunciava l’assenza di tutti i suoi associati.
A rendere ancor più pesante la situazione per Saloni Nautici/UCINA c’è stato l’annullamento anche del Salone dell’usato di Genova, in programma dall’1 al 10 aprile. Qui il problema, nella versione di UCINA, è la concessione della Darsena in scadenza a fine aprile (e che molte voci danno in passaggio a Porto Antico). Anche lui era stato confermato ad ottobre, per quello che doveva essere un trionfale tris di eventi.
In tutto questo Nautica Italiana ride? Non troppo. Di “suoi” saloni ancora, sul serio non se ne vedono. E’ stato annunciato e poi prontamente smentito un boat show a Milano dall’anno prossimo a novembre, più altre due manifestazioni una delle quali per grandi yacht tra Portofino e Genova a maggio. Ma tutto è ancora molto vago, e si rimane, per ora al punto della smentita ufficiale da parte di Fiera Milano.
Si attendeva, per i primi di marzo stando alle dichiarazioni di fine anno scorso, l’ingresso di Nautica Italiana all’interno di Confindustria, ma nulla si è ancora mosso.
C’è stato, non a caso, un richiamo da parte del collegio dei Probiviri di Confindustria ad entrambe le parti. E sui perché approfondiremo nei prossimi giorni.
Nel frattempo, comunque, i saloni di Cannes, Düsseldorf e il Mets di Amsterdam crescono e si rafforzano.
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