Virtual Palm Beach Boat Show : per la prima volta il salone internazionale è stato digitale
Dal 14 al 17 maggio si è svolto il Palm Beach International Boat Show ma, contrariamente alle 34 edizioni passate, non c’erano banchine che fiancheggiavano il canale navigabile di Flagler Drive, né strade chiuse al traffico. Del resto, non c’era nessuna barca da vedere, almeno non di persona. Questo, però, non significa che non si potevano fare grossi investimenti o sognare a occhi aperti.
Per la prima volta nella sua storia, infatti, il salone nautico internazionale di Palm Beach, in Florida, si è trasferito dai moli agli schermi digitali, soluzione obbligata a causa dell’emergenza sanitaria mondiale.
Quasi 450 espositori hanno presentato in anteprima gli ultimissimi modelli di yacht e superyacht provenienti da tutto il mondo, ma anche gommoni e imbarcazioni di dimensioni minori, nonché gli accessori nautici più tecnologici, per un totale di circa 800 barche e oltre 1,2 miliardi di dollari racchiusi in un display. Tra gli eventi più attesi, la world premiere dell’Ocean Alexander 45 Divergence Coupe (leggi il nostro articolo).
Gli spettatori, che si sono registrati gratuitamente nei giorni antecedenti alla kermesse virtuale, hanno avuto la possibilità di acquistare barche nuove e usate o gli equipaggiamenti più sofisticati, collegandosi via chat con i produttori e i broker al di là dello schermo, ai quali fare domande e richieste di informazioni. Per aiutare gli utenti a navigare tra i vari padiglioni multimediali e tra le voci dello shopping digitale, lo staff ha messo a disposizione una guida online con l’elenco degli espositori suddivisi per categoria.
Inoltre, durante i quattro giorni della manifestazione, sui canali social del salone, Facebook, Twitter e Instagram, sono stati organizzati diversi seminari web condotti da esperti del settore e riguardanti non solo i nuovi modelli di barca e i prodotti di accessoristica nautica, ma anche la pesca a bordo e molte altre attività da diporto.
Virtual Palm Beach Boat Show: perché non ci ha entusiasmato
Naturalmente, ci siamo iscritti anche noi di The International Yachting Media per partecipare al salone virtuale. E, a evento concluso, possiamo dire con un pizzico di delusione che ci saremmo aspettati molto di più.
I tour virtuali all’interno delle imbarcazioni sono sicuramente ben fatti dal punto di vista sia grafico che fotografico (si passa da un punto all’altro della barca con agilità e le immagini in 3D sono molto nitide e realistiche) ma, oltre a questi itinerari esplorativi, di interattivo c’è ben poco.
Le pagine dedicate agli yacht hanno un layout decisamente elegante e anche i testi, brevi e incisivi, invogliano a cliccare sulla pagina successiva per scoprire di più, ma nell’insieme la piattaforma sembra una vetrina online come tante altre, piuttosto che un vero e proprio salone digitale da visitare al suo interno.
Se proprio vogliamo dirla tutta, ci immaginavamo di entrare in un videogioco, invece ci siamo trovati di fronte a un sito web ottimamente costruito ma che ha poco a che vedere con l’intenzione degli organizzatori di compensare l’impossibilità della kermesse reale con un’esperienza inedita quale quella digitale.
O forse non era questo il vero obiettivo dello staff, probabilmente ben conscio del fatto che neanche il portale più figo della storia del web sarebbe stato in grado di sostituire uno dei boat show più prestigiosi del mondo.
Insomma, inutile girarci attorno, prendere parte a un salone dal vivo è tutta un’altra cosa.
L’atmosfera marittima che si respira sul molo, il fiume di gente che si muove in più direzioni (anche se in tempi di Covid-19 gli assembramenti saranno calibrati, soprattutto in luoghi affollati di default come i saloni), i ritmi incalzanti, l’adrenalina e la curiosità mentre si corre da un padiglione all’altro per non perdersi l’inizio della presentazione piuttosto che di una conferenza, lo stupore quasi infantile che si prova mentre si contempla col naso all’insù l’imponente carena del superyacht dei nostri sogni.
Di fronte a uno spettacolo da vivere in prima di persona, non c’è tour virtuale che tenga.