Vivere in barca è una scelta di vita che è nei sogni di moltissimi amanti del mare. Molto spesso questo pensiero viene rappresentato dall’idea di fare un giro del mondo o, più semplicemente, dal desiderio di andare a vivere in luoghi da sogno, dove l’estate non finisce mai.
In realtà le modalità per vivere in barca sono moltissime e variegate, è il mezzo stesso che offre l’opportunità di trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze. Vivere in barca non è dunque sempre e solo una scelta estrema, può anche essere una decisione ragionata, che presenta poche controindicazioni e molti vantaggi. Di base però è sempre e solo una scelta dettata dall’amore per questo stile di vita che, normalmente relegato ai fine settimana ed alle ferie estive, fa nascere il desiderio di vivere a bordo della propria imbarcazione in modo stabile.
L’articolo 43 del Codice Civile è chiaro: “Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale”. Va da se quindi che sarà sufficiente indicare al comune che abbiamo scelto il nostro indirizzo, completo di numero di pontile e posto barca e nessuno potrà rifiutarci questo diritto. Sono cosi assolti anche i principi di localizzazione, quelli che ci legano in modo politico e sociale ad un territorio e che fanno maturare i molti diritti fondamentali che ogni nazione assicura in modo diverso ai propri abitanti. Se decidessimo di cambiare stato, verrebbero parimenti applicate le leggi di immigrazione che regolano i cambi di residenza di chi vive in un’abitazione convenzionale.
Cambieranno però i profumi e respirare sarà più semplice senza l’inquinamento a cui le città ci costringono. Certo gli spazi sono molto differenti da quelli di un ambiente domestico ma, se state leggendo queste righe, allora vuol dire che vivere in barca per voi è sinonimo di libertà e gli spazi che cercate sono quelli che potete abbracciare con la vostra vista.
Per chi fa questa scelta si tratterà di vendere il mobilio, del tutto inutile a bordo e privarsi di tutta una serie di costi connessi alla propria abitazione convenzionale che, in tutto o in parte, possono bilanciare il costo dell’ormeggio abituale. Lo “smart working”, laddove sia applicabile, regala altri importanti attimi di vita pregiata che, specialmente in questo periodo, sono preziosissimi.
Vivere in barca è peraltro sicuro e non solo parlando del Coronavirus, chi soffre di allergie o di problemi respiratori trova grande giovamento nella vita sull’acqua.
Questa opzione è cosi diffusa che ogni anno la ARC, ovvero l’ Atlantic Rally for Cruisers, registra un numero sempre maggiore di iscritti. Nel 2019 sono state ben 1200 le persone che, a bordo di centinaia di imbarcazioni, hanno percorso la rotta Gran Canaria – Santa Lucia ed hanno coronato il loro sogno.
I partecipanti traversano l’Oceano Atlantico, impiegandoci in media 3 o 4 settimane, approfittando della sicurezza che la collaudata organizzazione offre ed arrivano cosi ai Caraibi, luogo dove poi alcuni rimangono per lunghi periodi. Vivere in barca in questi luoghi è ovviamente bellissimo e, se non si scelgono solo marina a cinque stelle, è anche decisamente più economico del suo equivalente mediterraneo.
Moltissimi scelgono poi di stare in rada, sono infatti numerosi i ridossi sicuri che, anche in caso di maltempo, offrono comfort e bellezze ineguagliabili.
Da questo paradiso, in tempi normali ovviamente, i collegamenti aerei con le nazioni del mondo sono semplici e frequenti, la maggior parte delle persone riesci quindi a conciliare il proprio lavoro con i lunghi periodi a bordo della propria imbarcazione.
Numerose inoltre le imbarcazioni che hanno scelto i Caraibi per passare questo periodo di quarantena, la barca è senza dubbio il luogo ideale, certamente il più sicuro, per stare al riparo dal Covid-19, la terribile pandemia che ci sta affliggendo.
Ma tutte le persone che scelgono di vivere in barca, e che si identificano in una qualsiasi di queste opzioni, hanno certamente una grande passione comune: l’amore per le barche e per la navigazione.
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buongiorno e complimenti per l'articolo. Anche noi viviamo in barca da 3 anni e mezzo e scelta migliore non potevamo fare. da allora ho deciso di tenere e scrivere un blog: vivereavela.wordpress.com. Quest'anno abbiamo preso parte all'ARC dalle canarie a santa Lucia, un'esperienza magnifica e unica, 19 giorni di solo mare, vento, pesci e natura.... siamo ri-nati! Siamo rientrati alla base, e continuo a lottare con il comune per avere la residenza in barca, fra l'altro già residente in questo comune. a fine febbraio ho fatto la prima richiesta, poi si è messo d'intralcio il coronavirus e a tutt'oggi non riescono a darmi risposte! spero di ottenere nel più breve tempo possibile una risposta nel mentre vi auguro buon vento!!!!
mi piacerebbe vivere in barca, anche per qualche periodo, ma vorrei sapere da chi già lo fa se ci sono regole precise per ancorarsi alla fonda e poter scendere a terra lasciando la propria barca incustodita per breve tempo. grazie.
http://www.yachtdigest.com/magazine/barca-incustodita-in-rada.html