E’ una notizia che scuote violentemente il mercato quella che vede Volvo Penta, il colosso delle motorizzazioni marine, acquisire le quote di maggioranza di Seven Marine, il produttore dei più potenti fuoribordo in commercio. Con questa acquisizione Volvo entra, “di potenza” in un settore che prima non penetrava rimescolando, di fatto, le forze in gioco,
L’annuncio è comparso di recente sui siti ufficiali delle due aziende e vede l’ingresso in Seven Marine di Ron Huibers, già presidente di Volvo America, nel ruolo di presidente del CDA. Se questo da un lato denota la volontà degli svedesi di seguire da vicino l’azienda acquisita, dall’altro la riconferma di Rick Davis nel suo ruolo di Presidente e CEO di Seven lascia intendere la volontà di dare continuità al prodotto. Il deal permetterà infatti alle due aziende di lavorare in sinergia, massimizzando i punti di forza di entrambi.
Volvo Penta è l’azienda leader mondiale nella fornitura di motorizzazioni marine ed industriali. Come previsto dall’accordo, metterà a disposizione la sua esperienza e, sopratutto, i 3.500 concessionari, distribuiti in più di 130 Paesi nel mondo. Attiva sia nello sviluppo di motori diesel sia di quelli a benzina, con una potenza che varia dai 10 ai 900 cavalli, potrà sviluppare soprattutto i modelli di maggiore potenza.
Seven Marine infatti vanta i due fuoribordo più potenti del mercato, il 557 ed il 627, le cui rispettive sigle identificano la potenza erogata, in cavalli. Abbiamo già avuto modo di raccontarvi l’8 cilindri a V da 627 HP esposto al salone di Düsseldorf nel gennaio 2016, uno dei prodotti più apprezzati dal pubblico dell’evento tedesco.
Per comprendere meglio le dinamiche e le conseguenze dell’acquisizione, abbiamo intervistato al telefono Nicola Pomi, il Direttore Vendite Volvo Penta per Italia, Spagna e Portogallo, che ha commentato così la notizia: “Per noi è una mossa importante. Grazie a quest’acquisizione Volvo Penta entra nel mondo del fuoribordo. Questo ci pone sicuramente in una posizione strategica, si crea una sinergia tra i nostri prodotti e quelli di Seven Marine, che grazie alla nostra piattaforma verranno integrati nel nostro sistema. Il vantaggio è evidente, con quest’accordo ampliamo la gamma”.
Seven Marine manterrà comunque la sua organizzazione, pur essendo ora di fatto di Volvo Penta. Come mai questa decisione? Quali novità verranno introdotte e quali vantaggi ne potrà trarre Seven?
“È vero, abbiamo deciso di mantenere l’organizzazione della Seven Marine perché fa parte della politica della nostra azienda. Il nuovo chairman of the board sarà comunque Ron Huibers, presidente Volvo America. Al suo fianco rimarrà il vecchio presidente Rick Davis, presidente e CEO Seven Marine. Il management rimane uguale per dare continuità al prodotto, loro sono degli specialisti e non vogliamo cambiare il loro lavoro. Potranno comunque usufruire degli stessi vantaggi che abbiamo noi, nello sviluppo dei software e con la piattaforma comune. Inoltre metteremo loro a disposizione i nostri dealer”.
Un accordo che dunque conferma anche la vostra filosofia “Easy boating”. I prossimi passi?
“Hai detto bene, la politica Easy boating viene portata avanti anche con quest’acquisizione. Per il futuro ne prevediamo altre, ma sempre nell’ottica di creare sinergia tra la nostra azienda e quelle che andremo ad acquisire. La nostra strategia è quella di integrare i prodotti e il sistema dell’imbarcazione. Tutte le novità in futuro seguiranno la linea tracciata finora, ci concentreremo quindi solo su aziende integrabili”.
Quali sono le novità in cantiere per la del fine 2017 e per l’inizio del 2018? A quali saloni nautici potremo vedere Volvo Penta?
“A settembre saremo presenti al salone nautico di Cannes, dove presenteremo diverse novità. Le principali riguardano nuovi modelli in gamma yacht, porteremo tante imbarcazioni, alcune da 60 piedi. La maggior parte sfrutta la tecnologia GPS e prevede installazioni multiple: spesso doppia, ma anche tripla o quadrupla. A Genova saremo presenti con il nostro dealer, mentre non parteciperemo al salone nautico di Montecarlo”.