Un gruppo di quattro vulcani sommersi nelle profondità dell’Oceano Pacifico.
Questa è la scoperta fatta da un gruppo di ricercatori universitari che si trovava nelle acque australiane occidentali per alcuni studi sui comportamenti delle aragoste.
Gli studiosi -di nazionalità australiana, neozelandese e canadese- hanno individuato questa formazione montuosa a largo di Sydney, durante un’ indagine sonar del fondale marino dell’area.
I vulcani- estinti- sono situati ad oltre 5000 metri di profondità e il più imponente del gruppo ha un’altezza di circa 700 metri. L’intero raggruppamento vulcanico occupa una superficie di circa 20 chilometri per 6.
Questo ritrovamento, oltre ad aver lasciato senza fiato i suoi scopritori, ha aperto nuovi scenari sulle dinamiche della formazione e delle trasformazioni dei continenti nell’avvicendarsi delle epoche geologiche.
Gli studiosi infatti reputano che la formazione di questi vulcani sia avvenuta tra i quaranta e gli ottanta milioni di anni fa, durante i movimenti delle placche tettoniche che hanno portato alla divisione di Nuova Zelanda ed Australia in due entità geografiche differenti.
La scoperta aumenta ancora più di importanza se si considera che un numero significativo di vulcani sommersi è situato in corrispondenza della dorsale oceanica ed è formato dalle fuoriuscite di materiale magmatico che si verificano a ripetizione. I casi di formazioni vulcaniche sottomarine lontane dalla dorsale oceanica (come il caso di questi vulcani australiani), generate da fenomeni differenti, sono molto meno frequenti. Gli scienziati sono certi della presenza di altre formazioni di questo tipo e confidano sul fatto che attenti studi dell’area potranno far conoscere nuovi, interessantissimi dettagli sull’evoluzione terrestre.