È stato Niels Jeppesen in persona, il fondatore della X Yachts, a presentare al Boot di Düsseldorf il nuovo corso del cantiere. Tra le due linee attualmente in produzione, la Xc (barche tutta-crociera con pozzetto centrale e poppa dritta) e la Xp (modelli da regata nel più originario stile X Yachts) arriva la serie X e basta (i primi due esemplari presentati sono l’X6⁵ e l’X4³) che, nelle intenzioni del cantiere, condensa il meglio dei due mondi.
A spiegare nel dettaglio questa visione, sono stati chiamati due giovani progettisti in forza al cantiere di Haderslev: Benoit (Ben) Mancini e Jacob Deane che hanno evidenziato come velocità, resistenza strutturale e comfort siano i tre elementi cardine su cui sono stati sviluppati i nuovi X, fusione delle due attuali anime della produzione. Insomma, mettere i contenuti della serie da crociera in forme un po’ più moderne e dall’apparenza sportiveggianti, anche se non nate per le regate. Quest’ultimo concetto è la chiave di volta: non essere finalizzati alle competizioni significa non dover sottostare a nessun regolamento di regata e scegliere le forme di carena che si reputano più opportune fregandosene delle misurazione di stazza per il rating.
Inoltre, il progettista non è obbligato a favorire solo le andature di poppa e di bolina (le uniche due necessarie in una prova a bastone), ma può scegliere geometrie più potenti, più rotonde e piene a prua e a poppa: più adatte ai traversi e laschi, vale a dire le condizioni di veleggiata privilegiate dai crocieristi, e anche più adatte a creare spazio interiore. Ovviamente, tutti i pesi sono concentrati a mezzanave per minimizzare il beccheggio e la dissipazione di energia cinetica sempre a vantaggio delle prestazioni.
Anche la costruzione è finalizzata alle prestazioni sotto vela: sia l’X4³ sia l’X6⁵ sono costruiti in sandwich con resina epossidica distribuita in infusione sottovuoto e con rinforzi in carbonio. La loro laminazione è affidata alla stessa squadra di operai che ha realizzato oltre 300 barche negli ultimi quattro anni. Per garantire la resistenza si è ricorsi al tradizionale “ragno” in acciaio galvanizzato (tipico delle barche di Jeppesen) che funge da ossatura di base e da punto unico strutturalmente incaricato di concentrare gli sforzi di tutta la barca, dal piano velico alla chiglia con siluro terminale.
Il comfort succitato parte da un presupposto: è la lunghezza dello scafo a determinare il numero massimo di persone che possono convivere in armonia, non il numero massimo di cuccette che riesci a stiparci dentro. Quindi: due o tre cabine con uno o due bagni per il 4³ e tre o quattro cabine per il 6⁵. In entrambi i modelli è stato mantenuto il tavolo da carteggio con dimensioni difficilmente riscontrabili in altri modelli recenti.
Rimane comunque alto il livello di personalizzazione, soprattutto sul 20 metri, potendo scegliere tra nove diverse soluzioni di interni, tutte con il tender garage poppiero che ospita un rib William con idrogetto e un sistema a rulli per il varo e l’alaggio.
Ovviamente il livello di finiture, la presenza di legno e i volumi per la vita sottocoperta guardano alla parte alta dell’offerta nautica. Lo stile scelto è contemporaneo senza essere modaiolo, molto più aggiornato di quanto fossero gli X varati alla fine degli Anni 90, momento di massimo splendore delle barche con le tre strisce al galleggiamento.
Da un punto di vista estetico, i due modelli hanno un family feeling evidente: prua dritta con piccola delfiniera (in realtà opzionale, ma vivamente consigliata sia per ospitare e nascondere l’ancora, sia per murare lo spi asimmetrico); finestrature rettangolari a murata (molto più grandi di quelle presenti nella serie Xp); tuga squadrata e tronca; e poppa aperta. Distintivo, ma solo presente sul modello maggiore, il rollbar che ospita il punto di scotta della randa.
Insomma, alla X Yachts hanno deciso di scommettere su questa via ibrida. Se sarà una rivoluzione capace di accattivare quei velisti non convinti dalle forme classiche della serie Xc ma desiderosi di avere un X solo per la crociera, se si tornerà a proporre una sola serie di X Yachts buona per tutto come succedeva fino a una decina di anni fa oppure se è stato solo un duplice tentativo per sondare la reazione del pubblico lo dirà soltanto il tempo. Certo è che lo scafo dell’X6⁵ presentato qui a Düsseldorf era già il numero tre: mica un brutto risultato in soli sei mesi di vita per una barca di 20 metri.