Gommoni Zar Formenti in grande spolvero al Fort Lauderdale Boat Show 2017. Nel lungo stand allestito dal marchio erano una decina i gommoni in mostra, circa un terzo dei 30 modelli prodotti dal marchio milanese. Una presenza importante, per chi vende battelli pneumatici qua negli Stati Uniti, un mercato in cui ancora oggi, per la maggior parte dei diportisti, il gommone è sinonimo di tender e non certo di prima barca.
“Siamo arrivati in America 10 anni fa. Per i primi tre anni abbiamo solo investito, ci siamo fatti conoscere. Abbiamo dovuto mostrare la nostra solidità più che i nostri modelli. Il diportista americano può anche vedere qualcosa che lo attrae, ma non investe su qualcuno che potrebbe sparire da un momento all’altro, che potrebbe lasciarlo senza assistenza. Noi, siamo riusciti a convincere la clientela statunitense con un lavoro costante composto da tanti aspetti, ma tutti necessari per essere strutturati e preparati ad affrontare questo mercato”. Piero Formenti, il fondatore del cantiere riassume, così l’attività oltreoceano di Zar Formenti.
Più in dettaglio, sono state articolate le operazioni svolte dal portabandiera della capacità italiana, anzi, in questo caso sarebbe meglio dire lombarda, se non proprio milanese, di realizzare gommoni di alta qualità. A partire dalla creazione di una rete commerciale stabile e diffusa. Oggi sono nove i dealer che tra west coast, east coast e zona dei Grandi laghi commercializzano il marchio. In più è stata aggiunta la presenza di un distributore con sede a Tampa, in Florida. Una condizione per poter essere il più presenti su tutto il territorio americano. “Inoltre teniamo negli Stati Uniti circa una cinquantina di pezzi nuovi, tra i più venduti, divisi tra i rivenditori e il distributore. In questo modo si accorciano i tempi di consegna al cliente. Una possibilità che diventa preziosa specialmente lungo le coste più settentrionali, dove la stagione estiva è di breve durata: guadagnare un mese sui tre disponibili pesa nella scelta”, spiega Formenti.
Mostrare presenza e disponibilità è stato un altro elemento portante della costruzione. “Non saremmo sinceri se dicessimo di non avere avuto nessun problema con i nostri gommoni consegnati negli Stati Uniti, tuttavia quei pochi che si sono verificati li abbiamo risolti in tempi brevi e questo, abbiamo visto, è stato un ottimo elemento di promozione, perché dimostra che l’azienda è attenta al cliente e il cliente una cosa del genere, la comunica con soddisfazione all’amico diportista”.
La creazione di Zar Tender, una gamma specifica per gli Stati Uniti è stata un’altra via di penetrazione nel mercato. Intanto per poter essere vendute in quel mercato devono rispettare le normative Epa che per quanto riguarda alcuni parametri, per esempio i filtri per i serbatoi del combustibile, sono persino superiori all’Iso necessario per la certificazione CE Il diportista americano ancora non considera il gommone una prima barca perché per lui il battello pneumatico è il tender, anzi l’unico tender possibile. “Il termine rib, rigid inflatable boat, utilizzato in tutto il mondo per definire i gommoni a chiglia rigida è sostanzialmente ancora sconosciuto negli Usa”, racconta il vice presidente di Ucina, “quindi per avvicinarlo al concetto abbiamo realizzato il miglior tender di lusso che potesse immaginare. Non un prodotto allettante per il prezzo basso, tutt’altro, uno Zar Tender da tre metri costa almeno 12mila euro, ma per la qualità che propone sia di materiali, sia di linee d’acqua, ma soprattutto per il design”.
L’armatore Stelle e Strisce che mette il gommone, preferibilmente con il fuoribordo e non con l’idrogetto, sulla plancetta di poppa lo vuole esteticamente bello, un oggetto da mostrare come complemento di qualità dello yacht, qualcosa che contribuisca ad elevare l’immagine trasmessa. E il fatto che gli Zar siano disegnati in Italia, anzi che siano milanesi è un ulteriore valore aggiunto. “Milano è la capitale mondiale del design, non sono io a dirlo, ma le reazioni delle persone: quando si parla di made in Italy sono attenti e ben disposti, quando si dice: made in Milano, i loro occhi brillano”, spiega l’imprenditore.
E l’associazione alla NMMA (National Maritime Manifacturer Association, la confindustria nautica americana) che si affianca a quella con Ucina, di cui Formenti è vicepresidente, oltre a essere stato confermato, lo scorso giugno, presidente Ebi (European Boating Industry) è la dimostrazione di quanto Zar Formenti creda al mercato oltreoceano.